Io ero lontano e tu eri ancora viva, ti immaginavo seduta sulla poltrona accanto alla finestra, e mi dicevo
“se da lontano ella mi pensa io sono vivo per lei”
e questo mi sorreggeva, mi acquietava, mi dava forza, non mi faceva sentire solo in un mondo incomprensibile.
Ma da quando tu sei morta e non puoi più pensare a me, io sento di non esser più vivo per te.
Così spesso mi chiedo
“chi di noi due è vivo, chi di noi due è morto?”.
Com’è sottile, indistinto, il confine che separa la vita dalla morte.
©Antonio Ragone