
Ancora una volta le tre paginette di Silvia Ronchey, la sua vita vera nel suo Il guscio della tartaruga, vale un'intera biografia, anzi, è più di una biografia, è il succo spremuto da una vita.
Vita che fu la storia della lotta tra un tremendo bisogno di scrivere e una serie di circostanze che tendevano a impedirglielo.
Fitzgerald, intelligenza di prim'ordine, in perenne lotta con se stesso, perché intelligenza è coltivare nella mente due idee opposte e ciononostante continuare a farla funzionare
Fitgerald, anzi, i molti Fitgerald:
E gli scrittori, se valgono qualcosa, sono un intero mucchio di individui che si sforza disperatamente di essere un'individualità sola
I giorni peggiori, diceva Fitzgerald, non erano quelli in cui non riusciva a scrivere, ma quelli in cui si chiedeva se scrivere valeva la pena
Perché domandarselo, è già il problema.
Perché, secondo Fitzgerald, scrivere bene è sempre nuotare sott'acqua e trattenere il fiato.