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Dichiarare o meno gli intenti di voto?

Creato il 24 febbraio 2013 da Mcnab75
È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle forme che si sono sperimentate fino ad ora. (Winston Churchill)

È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle forme che si sono sperimentate fino ad ora. (Winston Churchill)

La domanda che dà il titolo a questo post può sembrare sciocca. Soprattutto perché in questi giorni basta accedere a qualunque social network per accorgersi che il 90% dei cittadini italiani dotati di profilo Facebook o Twitter stanno martellando gli amici da giorni, con un entusiasmo che secondo me è positivo, rivelando i loro intenti di voto.
Conosco però una nutrita schiera di persone che ritengono inopportuno parlare di politica ed esporsi in pubblico. Soprattutto in luoghi dove di politica non si discute abitualmente, come se fosse una materia da lasciare solo ai professionisti del settore. “Ehi, tu hai un blog che parla di libri, di mostri e di speculative fiction, come ti permetti di dare giudizi?
Che poi, questo appropriarsi della politica da parte di chi la fa attivamente, va poi a creare quell’orrendo meccanismo che i giornalisti definiscono con un termine altrettanto orribile: la Casta. E allora no, questa volta vi dico pacatamente la mia, e poi non se ne parla più.
Ve la dico in pochissime parole, senza intenti di proselitismo, senza alcuna intenzione di aprire un dibattito. Se ritenete inopportuno questo mio post potete smettere di leggere qui.
Non cliccate oltre, e io vi prometto che per un bel po’ la politica non tornerà sulle pagine di Plutonia Experiment.

Credo che non sia oramai un mistero: voterò per Fare per Fermare il Declino.
Mi identifico nel programma del Movimento, e nelle dinamiche del medesimo. Vedi per esempio la gestione dello “scandalo” riguardo ai titoli di studio di Oscar Giannino, di cui abbiamo parlato venerdì. Aggiungo, come ho scritto su Facebook stamattina, che non accetto lezioni morali da nessuno.
Per scegliere chi votare, dopo anni di apatia totale, ho fatto ciò che ogni cittadino dovrebbe fare: mi sono informato. Ho ascoltato tribune elettorali, ho visitato siti, ho seguito e monitorato i dirigenti del movimento, soprattutto grazie a Twitter, che è davvero un ottimo strumento di democrazia e di divulgazione, se usato bene.
Detto ciò, rispetto i voti di tutti – molto meno quello dei Pidiellini berlusconiani, se devo essere sincero. Rispetto anche chi non andrà a votare, anche se questa volta condivido poco questa scelta. Però, chi sono io per fare la morale a qualcuno?

Qui si ferma la mia microscopica tribuna elettorale.
Spero di non essere stato troppo invasivo.
Vi chiedo di non aprire un dibattito in merito. Non c’è nulla di più inutile che una sequela di commenti per cercare di convertire gente a votare Tizio o a non votare Caio, soprattutto nella due giorni di urne aperte.

La domanda, semmai, è un altra: ritenete giusto che i blogger che abitualmente non si occupano di politica facciano coming out “ideologico”?
Io ci ho pensato parecchio. Inizialmente mi sono limitato a postare il mio consueto articolo monografico della domenica, questa volta dedicato all’attrice e cantante Emmy Rossum. Poi però mi sono sentito inadeguato, monco e a disagio nel far finta che questo sia un giorno qualunque. Perché non credo lo sia.
A dire il vero, ora che ho condiviso questo articolo, rimango con altri generi di dubbi. Avrò fatto bene? Avrò fatto male?
Parto dal presupposto che, seguendo la stampa estera, vedo romanzieri, blogger e comunicatori che espongono le loro idee, senza acrimonia e senza ricevere diffide morali per averlo fatto.
Mi piace pensare che un domani anche questo Paese possa acquisire un tale livello di democratico confronto.

Buon voto.

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