Già dal significato del nome scelto, d’ispirazione Venom, i Die Hard dichiarano apertamente perché esistono: per “fare” del metallo cattivo, veloce quando ci vuole, grezzo e sfrontato come quello degli anni Ottanta. Basta. Conjure The Legions è il loro secondo album, che arriva a tre anni dal full-length d’esordio Nihilistic Vision. La band è relativamente recente (fondata nel 2005), ma la sua nuova line-up (con Simon a chitarra e voce, Harry a basso e voce e Perra alla batteria) non è certo composta da novellini. Basti pensare alle connessioni con un tot di gruppi vecchia scuola, o comunque affermati da tempo, come Nominon, Ondskapt, l’ottima doom band Serpent… e le collaborazioni con Benediction, Deströyer 666, Internment. Di conseguenza i Die Hard non hanno bisogno di sforzarsi troppo per dedicarsi ad un thrash-death nostalgico sporcato di black. Sì, perché nonostante il look un po’ ruffiano da black metallers, per quanto riguarda il sound conta quasi più la maglietta dei Motörhead che non il trucco da panda, visto il groove che permea le nove tracce di quest’album.
Come nel debutto (e negli ep che l’hanno preceduto), i Die Hard si divertono a costruire brani aggressivi, ma in fondo accattivanti, soprattutto abbastanza vari dal punto di vista stilistico. Feroci e veloci attacchi di riff e batteria – ispirati massicciamente dal thrash tedesco – dominano gran parte del disco, ma gli occasionali rallentamenti che li assestano su luridi mid-tempo thrash/death metal, oltre a creare un diversivo, esaltano ancora di più la pesantezza tossica dei riff distorti. Inoltre la band trova il modo di iniettare brevi ma efficaci assoli di chitarra di puro heavy metal, senz’altro melodici, ma non certo benigni. Questi e un certo spirito punk/rock’n’roll mefistofelico a cavallo tra Darkthrone e Motörhead, grazie anche al cantato “pulito” (perché non ancora growl) ma molto grezzo, rabbioso ed alcoolico, come in Aura Noir/Entombed, contribuiscono ad alleggerire le mazzate di chitarra e batteria. “Alleggerimento”, comunque, nei Die Hard vuol dire spostarsi sul proto-thrash/NWOBHM nero dei loro ispiratori Venom. Il trio, quindi, ama stemperare un po’ la violenza e la malignità oscura che, invece, esala a profusione e senza tregua da altre giovani band nordiche, pure dedite al culto della “vecchia scuola”, come Nekromantheon, Deathhammer, Morbus Chron o Bastard Priest, ma che al massimo si concedono contaminazioni crust.
Di solito il metal mi prende in modo particolare quando è cupo e pesante al massimo, sia esso lento o veloce. Ad ogni modo, Conjure The Legions, uscito a fine settembre 2012 per Agonia Records, è un disco che mantiene quel che promette. Non sarà memorabile o molto originale, ma l’ho trovato sincero, ben prodotto (grezzo al punto giusto e potente) e fatto da gente tecnicamente valida, che sembra almeno essersi divertita a suonarci.