Ancora una volta vi porto le elucubrazioni del più caro amico che un disoccupato possa avere, ovvero il più caro amico che ho io, che pur non trovandocisi direttamente (nella “condizione”), è l’unica persona a questo mondo che riesca a capire come ci si sente e cosa si pensa… quando si è in “quel periodo”. si, nella disoccupazione insomma.
Nella disoccupazione a Natale.
Ecco qui il suo pezzo dal titolo: “Decalogo ( e piu) di frasi da non pronunciare in presenza di una disoccupata/o durante il periodo natalizio..”
“Tutti siamo risucchiati dal vortice pre natalizio. Interminabili code d’automobili all’ingresso dei centri commerciali, vie dello shopping assaltate come da orde barbariche di individui alla spasmodica ricerca di regali. Inevitabile, per le leggi della statistica, incontrare persone perse di vista da tempo.
Solite domande di rito, con le conseguenti risposte di cortesia, finché succede che “capita” di sentirsi dire: ” sono disoccupato/a da x mesi”.
Si rimane colpiti (a volte fintamente. Ci sta pure questo) ed impacciati: che dire per non offende la persona che ci sta di fronte?
Ecco alcune frasi da non dire con relative risposte (spesso non verbalizzate, ma ehi.. uno sguardo val più di 1000 parole, o anche di un vaffa…) del disoccupato/a:
- “come stai?” ” Come va?”
[12/24 mesi senza un occupazione come credi mi fanno sentire? Radiosa di felicita? Ti rendi conto che è una domanda del cazzo la tua?] - “visto che prezzi? Non si vive piu!”
[tu non vivi piu? Ed io? Io ho "imparato", grazie a questi mesi di forzata convivenza con me stessa (proprio tutta me stessa: paura, delusione, fatica, dolore...) A sopportare , qualche volta, tutto questo! Cerco di non guardare le vetrine e se le guardo , osservo con attenzione quante decine di percentuale di sconto sono applicate al capo che mi interessa!] - “non fai niente per natale?”
[ no, niente! Sia chiaro pero: il tuo niente non è paragonabile al mio. La mia concezione di vuoto è la disperazione di non sapere come riempire le giornate, da troppo tempo. Il tuo " far nulla" è circoscritto per pochi giorni. Solitamente dopo che hai consumato ettolitri di carburante alla ricerca di un luogo dove realizzare il tuo desiderio di "niente"] - “Quest’anno ho fatto solo dei pensierini..”
[ io pure. Molto dei miei pensierini, se verbalizzati, mi porterebbero diritta e filata in tribunale con l accusa di : ingiuria, oltraggio, vilipendio, ecc . Per non dover spendere soldi in avvocati i miei "pensierini" me li tengo ben chiusi in testa.] - “tutte queste borse non sono mie. Son di mia sorella….”
[ sono disoccupata mica scema! La vergogna è uno stato d animo che mi ha roso tanto l animo che mi addolora anche quando è dipinta sul tuo Muso. Ti prego di risparmiarmi questo supplemento...] - “ noi si festeggia la vigilia a Bormio, poi l ultimo ad Ischia….”
[io avrei un altra designazione! Ma proporla mi porterebbe qualche guaio. Vedi punto 4 ] - “è un anno di sacrifici…”
[ Gia le sette sacchetto griffati lo dimostrano. Altrimenti sarebbero stati dodici! ] - “son tutti ladri! Il pil non cresce…gli ultimi dati…”
[ nei Tanti "attimi" che ho passato senza aver apparenti impegni, mi sono documentata, ho ascoltato (non superficialmente come fai spesso tu; perché non hai tempo!) . La politica ne ho mangiata parecchio: tutta mi ha lasciato,l appetito famelico di giustizia e di soluzioni. Quindi tipo prego di non snocciolarmi le tue ricette magiche o dati statistici sterili.] - “ sei disoccupata? Non lo sapevo! “
[ Puah, nel mondo assordato dai cinguettii, whatsappi, email, piccioni droni viaggiatori , ziette pettegole, mi vuoi dare a credere che non eri a conoscenza del mio marchio infame? Dico solo questo: ora sono disoccupata ma prima un posto di lavoro lo tenevo. Come te ora. Meditate gente.] - “nella mia azienda è un inferno….il capo stronzo.. colleghi leccapiedi…”
[ora sono una consulente? Bene la soluzione è semplice: licenziati! Tu non conosci il vecchio adagio: parlare di corsa in casa dell impiccato? Non credo...] - o 10 bis ” …pero oggi bisogna per forza lavorare “
[ infatti per questo io che: non ho una casa fa mantenere, bollette da pagare, un corpo da nutrire me la spasso un mondo ad non avere un occupazione ed uno stipendio fisso!] - ”ma non riesci a trovare neppure un “lavoretto“?
[Se c'è un termine che nella mentre di noi disoccupati fa girare le palle (di natale. Quelle belle palle di cristallo dipinte a mano!) È proprio il vezzeggiativo di lavoro. Perdonami se non mi accontento di lavorare c una scema per 400 € al mese ( certo mi piacerebbe un accrescitivo di lavoro: un lavorone. Allora si che potrei sperate in uno stipendio da 1200€
Ma io desidero, forse mi sbaglio, solo un lavoro. Una onesta occupazione che mi dia da vivere dignitosamente. Chiedo troppo? Mi sa di si...] - ”l’ importante è la salute!”
[ vangelo! Infatti la mia condizione fisica (e pure psichica) deve essere ineccepibile. La salute del mio conto corrente non potrebbe sopravvivere ad una otturazione di un molare (il mio di molare!). Di salute Mentale non parlo. Un disoccupato pazzo non su può proprio vedere. Quindi ognuno di noi si cova e "cura" le proprie psicosi. Magari come unici antidepressivi possibili l alcool e lo shopping. Anche qui sorge un problema, scarsità di mezzi economici limita la terapia. Ed è ubriachezza molesta non è ben tollerata dal vicinato.]
Come vedete con pochi accorgimenti è possibile intavolare un discorso con una persona disoccupata senza far figure barbine e senza far del male. Si, senza arrecare nuovi dolori alla persona colpita da questo male (non proprio del secolo ma degli ultimi tre anni).
Non dobbiamo usare toni rassicuranti (a meno che non si abbia la soluzione al suo problema!) Da medico al capezzale del morituro. Perché se il morituro non è ancora in uno stadio comatoso si toccherà le palle (di natale ,ovviamente) oppure proferita parole di fuoco verso il medico. Giustamente.
Che fare quindi? Far finta di non riconoscere la persona disoccupata incrociata poter strada? Può essere una soluzione.
Oppure Basta ricordarsi che in fondo la persona che ci sta di fronte non è poi tanto diversa da noi. Ha” solo” subito un azione che l ha ustionata, nell’anima e nel corpo. È un soggetto che porta e porterà le cicatrici di quel dolore e di questa condizione di deprivazione.
Cerchiamo di comunicare (non solo a parole) che nonostante tutto ha ancora una dignità che è pari alla nostra.
Questo ci permetterà di evitare di fare la figura del coglione e di generare nuove ferite a persone già provate (e sull’orlo di una crisi di nervi che il protagonista di ”un giorno di ordinaria follia” vi parrebbe un elfo di natale pieno di bontà e buoni propositi, in confronto).
Non è poco evitare dolore agli altri. Disoccupati e non.
A natale e non.”
E a questo io aggiungo, miei cari disoccupati, fatevi un regalo per questo Natale: girate questo post ai vostri amici, migliori e non, e conoscenti. Acciochè sappiano come comportarsi con voi, come SMETTERE di comportarsi con voi.. o le conseguenze a cui andranno incontro se continueranno a comportarsi da c..oni con voi.
Che a natale a natale si può dare di più, ma le fette di culo son finite e le palle ce le siamo proprio rotte, noi disoccupati “francesi”.
E oh oh oh merry Christmas!