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Dieci donne che hanno turbato la mia infanzia

Creato il 23 ottobre 2010 da Elgraeco @HellGraeco
Dieci donne che hanno turbato la mia infanzia

…in un senso o nell’altro.
Da bambino sono stato, come tanti altri, vittima privilegiata della nascita e del conseguente imperversare delle televisioni private. Queste ci hanno vomitato addosso di tutto: dagli alieni, ai killer sadomaso che se la prendevano con giovani e procaci attrici. Gli horror venivano trasmessi alle cinque del pomeriggio, mentre i cartoni animati giapponesi e le loro protagoniste seminude sedimentavano nell’inconscio, andando a costruire il nostro background spirituale. I risultati di tali tour de force dell’etere sono visibili in questo e in tanti altri blog. Che piaccia oppure no, noi siamo il risultato di tale sovraesposizione mediatica.
La seguente è un’altra classifica al femminile che raggruppa le dieci figure che più hanno turbato la mia crescita. Alcune hanno contribuito al sorgere di attuali paure, altre mi hanno fatto passare tante notti in preda agli incubi, altre mi hanno fatto sognare e il loro ricordo mi fa stare bene anche adesso.
Fonte di ispirazione, questo post di CyberLuke, che mi ha fatto sprofondare nei ricordi. Solo che io, teniamolo a mente, sono una vittima privilegiata, e i miei ricordi strambi ne sono diretta conseguenza.
Piccola avvertenza, l’immagine qui a destra sarà d’ora in poi indicativa di articoli dal contenuto inadatto ai poveri di spirito.

Cominciamo:

10Jun Hono
apparsa in: “Grande Mazinger” (グレートマジンガー, Gurēto Majingā, 1974) di Go Nagai
interpretata da: Maria Grazia Dominici (voce italiana)
chi è: il pilota del robot Venus A
poteri: arti marziali, ma anche magliette e tutine troppo aderenti
debolezze: Venus A, come robot da combattimento, e come le sue precorritrici Aphrodite A e Diana A, fa cagare
frase tipica: “Razzi fotonici, fuori!”

Dieci donne che hanno turbato la mia infanzia

Papà di colore, mamma giapponese. Abbandonata, cresciuta dal dottor Kenzo Kabuto, lo sfregiato. Risultato? Una brasiliana dagli occhi nocciola e dal fisico mozzafiato, cresciuta in adorazione del coetaneo Tetsuya, molestata in continuazione da Boss e i suoi scagnozzi, i quali credo fossero dei veri prototipi dei futuri nerd/geek. Puro transfert cibernetico-meccanico, le molestie del fido Boss, quando si mette a pilotare il suo Boss-Robot, si spostano in egual misura verso Venus A, il robot di lei. Si assiste così agli imbarazzanti e per lo più fallimentari tentativi di palpeggio di un robot ai danni di un altro robot. Questa è vera rivoluzione dei costumi. In un cartone animato pieno zeppo di simboli sessuali, dai razzi fotonici, ovvero le tette-missili di Venus, alla Spada Diabolica del Grande Mazinga, Jun e la sua motocicletta, ma soprattutto la sua tutina da pilotaggio, tanto stretta che le impedisce persino di respirare, restano stagliate nella memoria del telespettatore bambino, io, per non citare i suoi urletti, allorché Venus cominciava a buscarle, come al solito.

9 - Cheryl
apparsa in: “La Casa” (“The Evil Dead”, 1981) di Sam Raimi
interpretata da: Ellen Sandweiss
chi è: la sorella zitella di Ash (Bruce Campbell)
poteri: conficcare matite nelle caviglie, cantilenare
debolezze: essere rinchiusa in cantina
frase tipica: “Morirete tutti! Così come gli altri prima di voi, vi prenderemo uno dopo l’altro!”

Dieci donne che hanno turbato la mia infanzia

Di Cheryl non ricordavo neanche il nome. D’altronde non ha mai avuto molta importanza. Lei era brava a disegnare ed era la sorella di Ash, prima che questo si scoprisse un figo. È la prima vittima dei demoni di Kandor, risvegliati da antiche formule magiche pronunciate attraverso un registratore polveroso da uno studioso della tradizione sumera. È anche, credo, il primo personaggio femminile del cinema a subire violenza da un gruppo di alberi assatanati. Ma il bello inizia solo adesso: Cheryl finge uno svenimento, dopo aver parlato con suadente voce rauca, da soprano, al gruppo di protagonisti, aspetta buona buona che la più cretina di essi, la sua quasi-cognata, le si avvicini, dopo di ché si alza di scatto, col viso teso, ghigno satanico e gli occhi completamente bianchi, e infilza la caviglia di lei con una matita, spezzandole la punta all’interno. Finisce presa a calci e chiusa in cantina, da dove continua a deliziarci ancora adesso regalando espressioni soavi, accompagnate da repentini cambiamenti d’umore e vocione baritonale. Donne e matite non legano mai, si sa.

8 - Ruriko
apparsa in: “L’Uomo Tigre” (タイガー・マスク, Taigā Masuku, 1969) di Ikki Kajiwara (sceneggiatore) e Naoki Tsuji (disegnatore)
interpretata da: Liù Bosisio (voce italiana). E vi ho detto tutto.
chi è: la direttrice dell’Orfanotrofio
poteri: essere sempre a corto di denaro, sospirare
debolezze: essere sempre a corto di denaro, sospirare
frase tipica: “Oh, Naoto!”

Dieci donne che hanno turbato la mia infanzia

Sarà stata anche doppiata da Liù Bosisio, alias la Sig.ra Pina, moglie del Ragionier Ugo Fantozzi, ma Ruriko è responsabile di avermi trasmesso una delle peggiori paure della vita di tutti gli esseri umani: la paura del tracollo finanziario. Di finire in miseria, ridotto sul lastrico a elemosinare un tozzo di pane. Colpevole, senza appello.
Lei è la direttrice, insieme all’occhialuto fratello, di uno squallido orfanotrofio, dove lei stessa è cresciuta, che alleva future, inconsapevoli cavie per la Tana delle Tigri, alle quali è concesso di vedere quotidianamente incontri di wrestling che definire selvaggi e un eufemismo. Credo che Hinoki e il gigante Baba, insieme a Mister X, ne siano segretamente responsabili… ad ogni modo, Ruriko è del tutto incapace di amministrarlo. Sta sempre a piangere miseria, a pregare l’intervento divino e a sospirare per il suo bel Naoto, tigre dentro e bamboccio stile Clark Kent fuori. Grazie a lei e alle continue donazioni che incassa e sperpera chissà come, l’Uomo Tigre, nonostante vinca incontri su incontri e sia il Campione dei Campioni di lotta libera, resta comunque un morto di fame che si può permettere un solo vestito, una sola macchina che, benché sportiva, non è tutto ‘sto granché, neanche una escort da parata, e a stento riesce a mettere insieme pranzo e cena, infatti nelle ultime puntate è persino deperito. Ruriko è diabolica e il suo orfanotrofio un buco nero dal quale neanche la luce riesce a uscire.

7Suor Grey
apparsa in: “Candy Candy” (キャンディ・キャンディ, Kyandi Kyandi, 1975)
interpretata da: Cristina Grado (voce italiana), però anche Anthony Quinn sarebbe andato benissimo
chi è: la severa direttrice della Royal St. Paul School, un collegio lager per rampolli inglesi
poteri: espellere studentesse e infliggere orrende umiliazioni pubbliche, nonché punizioni corporali
debolezze: Terence Granchester. Ebbene sì.
frase tipica: “Sig.rina, lei è espulsa da questa scuola con effetto immadiato.”

Dieci donne che hanno turbato la mia infanzia

Suor Grey, oltre a essere la sosia di Anthony Quinn, secondo me è la personificazione del nazismo fatto cartone animato. Ok, siamo d’accordo, il college per figli di papà che governa con pugno di ferro è inglese, ma…
Se per puro caso riusciste a fuggire dal fetido orfanotrofio di Ruriko finireste dritti tra le grinfie di Suor Grey e delle sue suore carnefici, novelle SS. La Badessa tiranneggia le sue nobili allieve a colpi di frusta, buttandole, di tanto in tanto, in cella di rigore. Non ride mai, neppure sorride, ha una voce maschile, infatti è un uomo… All’interno del collegio, l’aria è così pesante che per assecondare le giuste e naturali pulsioni, allieve e allievi sono costretti a fugaci incontri notturni nelle stalle puzzolenti, dove saranno puntualmente sorpresi, giudicati, umiliati da sbeffeggi e frasi ingiuriose e, come prima, gettati in cella. Cioè, questo lo devo proprio ribadire, è un collegio dotato di celle!
Unico debole di Suor Grey, non confessato, ma evidente a un buon osservatore, è che anche lei ha un debole per il belloccio Terence, anche perché il padre di questi, il Duca di Granchester, versa parecchi soldini al nobile istituto. Solo che a lui il granny fetish gli fa schifo. Fuori infuria la guerra, e lei fa il tifo per i tedeschi, ne sono sicuro.

6La Supplente
apparsa in: “Pierino contro Tutti” (1981) di Marino Girolami
interpretata da: Michela Miti
chi è: eh… è la supplente, chi altri volete che sia?
poteri: accavallare le gambe
debolezze: il Prof. Celani
frase tipica: “Pierino, sei proprio impossibile!”

Sono certo che, appena avete letto il suo nome e il suo ruolo, nella vostra mente è partita la famosa musichetta d’accompagnamento, a furia di yuppi-yuppi-du-eh-ah, yuppi-yuppi-du-eh-ah, etc…
La supplente di tutte le supplenti, quella che osa domandare il nome dell’alunno seduto tra Chiappa Antonio e Chiappa Claudio, quella che ti mostra le foto degli animali invitandoti a riconoscerli, anche se si tratta di gorilla/camionisti coi calli ar cu… quella che si scoscia sotto al cattedra a raccogliere gli oggetti caduti dalla sua borsa e che dopo ti chiede: “Che cosa hai visto?” e ti sospende a seconda della profondità dell’occhiata ricevuta. Insomma, proprio quella. Vestita di rosso, che prendi una botta in testa e la vedi camminare completamente nuda; alla quale fanno il filo i bidelli, il prof. di ginnastica e persino il Prof. Pomari dei cacchi amari. Riesce a farti amare la scuola, almeno per quei pochi, avari minuti.

5La Signorina Mazzacurati
apparsa in: sempre “Pierino contro Tutti” (1981) di Marino Girolami
interpretata da: Sofia Lombardo
chi è: la Maestra
poteri: scrivere note di demerito sul registro, espellere dalla classe, interrogare
debolezze: il Prof. Celani. Solo che Celani non se la penza (con la zeta, ndr) proprio…
frase tipica: “PIERINO!!!”

Dieci donne che hanno turbato la mia infanzia

In quanto a turbamento negativo, lei è sempre stata tra le prime dieci. La Mazzacurati è un incubo ricorrente. Oltre a essere diventata un sostantivo: una mazzacurati. Trovo che assomigli a un pappagallo, un’ara, forse anche a causa degli orrendi cappellacci che indossava nel film. L’attrice che la anima, Sofia Lombardo, è semplicemente grandiosa. E lei, sì, è una dentona.
È più in alto rispetto alla sua supplente, perché è di ruolo. La gerarchia è tutto. Ma soprattutto perché si è così incisa nella mia mente che la rivedo in tante, gentili ragazze che con lei hanno in comune quei capelli rossicci vaporosi, i denti da cricetona, voce nasale e una smodata opinione di sé, e della propria avvenenza, le mazzacurati, per l’appunto, tanto da provarci spudoratamente, convinte di avere la meglio, col Celani di turno che, di contro, è esemplare del maschio italico tutto chiacchiere, palestra e distintivo. E credo che lei ce la potrebbe anche fare, visto che quando va a gambe all’aria, persino Pierino resta a guardare. Per il resto, è quel che è, e non è necessario scavare per trovare una bellezza interiore che non esiste. Da bambino avrei voluto regalare alla mia vera maestra, anche lei una mazzacurati, Chicago, vista di notte

4 - Sakura
apparsa in: “Lamù – La Ragazza dello Spazio” (うる星やつら, Urusei Yatsura, 1978) di Rumiko Takahashi
interpretata da: Roberta Rem (I voce) e Serena Spaziani (II voce)
chi è: medico del Liceo Tomobiki, ma anche sacerdotessa shintoista
poteri: tette, vestiti attillati, stacco di cosce, esorcismo, è insaziabile
debolezze: zitella
frase tipica: “Devo sottoporti a esorcismo immediato!”

Dieci donne che hanno turbato la mia infanzia

Sakura, in rapporto a me, che ero un bambino, era una MILF, pur non avendo figli. Uno comincia in sordina con Shinobu, Lamù (vedi sotto) e tutte le altre ragazzine che vanno ancora a scuola, ma sono comunque più grandi di te, e poi, del tutto inattesa arriva lei. Con un vestito viola attillatissimo, scarpe col tacco dodici, scollatura abissale. Tutta la scuola, il liceo Tomobiki, si ferma per poterla ammirare mentre attraversa il cortile deserto. Medico, nipote di quello sgorbio di Sakurambo, e sacerdotessa shintoista. Al suo passaggio si moltiplicano i malesseri e le malattie degli studenti maschi. Lei dispensa cure, schiaffi e calci in egual misura, tranne che con Ataru, che vuole sottoporre subito a esorcismo per scacciare i demoni maniaci sessuali che lo infestano. Personaggio altamente allegorico, sotto il kimono niente biancheria, è anche insaziabile, nel senso letterale del termine. Qualità che la rende capace di mangiare un intero bue arrosto senza aumentare di un etto il proprio fisico statuario. Inquietante.

3Regan
apparsa in: “L’Esorcista” (“The Exorcist”, 1973) di William Friedkin
interpretata da: Linda Blair
chi è: la bambina posseduta dal demonio
poteri: ruotare la testa di 360°, vomitare frullato di piselli in faccia ai sacerdoti, turpiloquio, lingua guizzante, telecinesi, telepatia, far cagare addosso dalla paura, e qualche altra cosa.
debolezze: l’esorcismo
frase tipica: !@#%!!

Dieci donne che hanno turbato la mia infanzia

La cosa più gentile che Regan fa è bestemmiare. Poi piscia sul pavimento, fa strani giochi col crocifisso, ruota la tesa all’indietro rivolgendo insulti abominevoli ai danni di chiunque le capiti a tiro, cammina come un ragno a testa in giù, levita, lei e il suo letto, vomita verde e giallognolo grumoso e ti fissa con due occhi che ghiacciano.
Voi mi direte, ma non fa tutta questa paura!
E grazie al cazzo. Provate voi a guardare “L’Esorcista” a sette anni, poi mi dite. Ma questo è un treno che per molti è ormai già passato. Ora ci pensa la fascia protetta. E non è capitato che io l’abbia visto perché mi sono alzato di nascosto, zitto zitto, e mi sono messo a guardare, no. Questi film, negli anni ottanta venivano trasmessi senza nessun controllo, a qualunque ora del giorno e della notte. Tant’è che, mentre facevi merenda, e su Telenorba Mazinga le stava suonando al Generale Nero, dall’altra parte Regan stava chiedendo gentilmente a Max Von Sydow di… vabbé, ci siamo capiti. Mi ha regalato, anche se ne avrei fatto volentieri a meno, tante notti insonni mentre aspettavo, sotto le coperte, di vederla entrare nella mia stanza da un momento all’altro e pregavo, allo stesso tempo, che dalle persiane entrasse la luce dell’alba che la scacciasse via…
Atroce.

2Lamù
apparsa in: “Lamù – La Ragazza dello Spazio” (うる星やつら, Urusei Yatsura, 1978) di Rumiko Takahashi
interpretata da: Rosalinda Galli (voce)
chi è: la ragazza dello spazio, una Oni
poteri: volo, scariche elettriche
debolezze: gelosia, cornini caduchi
frase tipica: “Tesorucciooo!”

Dieci donne che hanno turbato la mia infanzia

Ed ecco che ritorna. Sempre lei. Sempre col suo costumino tigrato e coi suoi cornetti che, ricordiamolo, si staccano di tanto in tanto, privandola dei suoi poteri. L’unico periodo in cui poterla avvicinare senza alcun rischio. L’immagine, una reinterpretazione in chiave realistica e più adulta, l’ho pescata in rete, ma senza trovare riferimenti sull’autore. Nel caso qualcuno di voi ne sappia di più, non esisti a dirmelo, anche via mail.
Il turbamento regalatomi da Lamù è epocale. I capelli verdi, le zanne, il bikini, tutto è ormai fissato nel mio immaginario e in quello di moltissimi altri che fanno finta di niente. Lei è e resterà sempre la mia fidanzata. Poche chiacchiere. Il bello è che cresce e invecchia. Esattamente come me, solo un po’ più lentamente, il ché è perfetto. Direi quasi poetico.

1 - Julie Wardh
apparsa in: “Lo strano vizio della Signora Wardh” (1971) di Sergio Martino
interpretata da: Edwige Fenech
chi è: la moglie del Signor Wardh, un diplomatico
poteri: basta guardarla
debolezze: “…il tuo vizio è una stanza chiusa dal di dentro e solo io ne ho la chiave.”
frase tipica: “Ha cercato di uccidermi… con un rasoio.”

Dieci donne che hanno turbato la mia infanzia

Diciamo che Edwige uno se la ricorda in compagnia di Lino e Alvaro. E diciamo anche che avete ragione. Eppure, c’è stata un stagione di giallo cinematografico italiano che non ha eguali, e per sadismo erotico-omicida espresso e per la protagonista che, chissà come, poi è finita a fare tutt’altro baraccone scollacciato. Non che io disprezzi questa seconda scelta, ma la signora Wardh, col maniaco che la vuole far fuori a rasoiate, ti lacera dentro. E per lei sì, che mi alzavo di notte per cercarla avidamente su qualunque canale, anche correndo il rischio di incontrare Regan e di passare il resto della settimana sveglio e terrorizzato. Edwige valeva il rischio. Valeva questo e altro.
Lei è la perfezione assoluta. Sì, certo, ora venite a dirmi che preferite Gloria Guida e Barbara Bouchet. Ditelo, se dovete, e poi tacete. Edwige è Galatea, la statua animata da Afrodite. Uno potrebbe stare ad ammirarla per ore e basterebbe, salvo poi accorgersi che respira. E allora diventa tutta un’altra storia…

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