Dieci inverni è la storia di un’amore impossibile, descritto attraverso balzi temporali piuttosto ravvicinati che ritraggono le mutazioni nel rapporto tra i due personaggi dai tempi dell’università fino all’età della famiglia. La vicenda si ambienta tra Venezia e Mosca, una metafora per rendere il freddo il vero protagonista sia in termini scenici sia nell’ottica relazionale della coppia. Tutta la sceneggiatura è una sorta di inseguimento tra le due parti, che non riescono mai trovare un tempo congruo per rendere stabile il loro sentimento. Con il passare del tempo, le divergenze diventano fratture (apparentemente) insanabili per le diverse strade che i due amanti decidono di imboccare. Il deficit passionale del canovaccio viene ben rappresentato dal cast, giovane ma di belle speranze perché le varie vicende vengono interpretate con forte senso della realtà. Non si può rimproverare nulla alla pellicola, poiché la limitata portata del film è dovuta semplicemente al basso potenziale della trama. La narrazione è svolta bene, ma rimane sempre una forte aura di distacco (certamente voluto) che non permette la presa sullo spettatore. Come dire: una buona 500, a cui però non si può chiedere spostamenti autostradali.
GIUDIZIO:
Pacman
Nostradamus
Magical Cat Adventure
Snake