Veduta notturna di Los Angeles
16 OTTOBRE – La Southern California e Los Angeles sono a tutti rinomate grazie a ciò che i media, e il cinema in primis, ci hanno da sempre mostrato: l’oceano, le sterminate spiagge dorate, il clima da sogno, Hollywood, le star, Beverly Hills, ovvero tutto ciò che è, bene o male, commerciabile. Ci sono però ben altri motivi – almeno dieci! - per i vali vale la pena innamorarsi di questa splendida contea.
1. La gente aperta. Si immagini di salire in un autobus e che nel sedile adiacente al vostro si sieda un altro passeggero. In Italia, la conversazione solitamente si concluderebbe dopo ”E’ libero questo posto?” “Sì!”; nel Golden State invece molte volte ho intrattenuto allegre conversazioni con altri passeggeri. La cordialità e l’ospitalità di questa gente è inaspettata: che ci si trovi in un negozio, un ristorante, sul posto di lavoro, in spiaggia, in aeroporto, ci sarà sempre qualcuno a chiedervi “how are you?”, e pronto a raccontarvi qualche divertente aneddoto sulla sua giornata.
2. I trasporti pubblici. Frequenti ed economici (1 dollaro per l’area di Santa Monica e Venice, 1,50 dollari fino a downtown LA), gli autobus sono il meglior mezzo per spostarsi a Los Angeles. Con essi è possibile raggiungere qualsiasi punto di interesse, evitando lo stress maggiore per gli automobilisti dell’area: la ricerca del parking lot. Oltre ad essere a pagamento quasi ovunque, trovare un parcheggio disponibile è veramente un’impresa. Le linee pubbliche più importanti, come la 20 che conduce da Santa Monica a downtown LA e ritorno, proseguono inoltre anche durante la notte. Da non dimenticare il sistema di abbassamento delle sospensioni con annessa passerella che consente ai portatori di handicap di salire e scendere in tutta sicurezza. Purtroppo, come in tutte le metropoli che si rispettino, anche LA è ospite di traffic jams nelle ore di punta che, però, grazie alle vaste carreggiate a 3/4 corsie si smaltiscono velocemente. In quei momenti è molto facile trovare autobus sovraffollati: in quei casi, se non si ha urgenza, il consiglio è quello di aspettare l’autobus successivo, che solitamente è in arrivo poco dopo ed è deserto rispetto al precedente. Una cosa che può creare fastidi è il sistema di abbonamenti: essendoci varie compagnie di trasporti a seconda dell’area cui fanno servizio, ad ognuna corrisponde un abbonamento diverso. Con un tipo di abbonamento non è possibile prendere qualsiasi autobus e raggiungere qualsiasi meta, ma sono disponibili solo le linee offerte dalla compagnia di trasporti con il quale è stato sottoscritto.
3. Il mix di culture. Il Golden State è un richiamo per tutti, non solo per gli stranieri, ma anche per gli stessi americani. I native Californians sono una minoranza: qui è possibile incontrare persone da ogni parte del mondo, un vero e proprio meltin’ pot di genti e culture. Il gruppo etnico forse più importante è comunque quello ispanico, data la posizione geografica: messicani soprattutto, ma anche salvadoregni, colombiani, portoricani, etc… La cosa interessante è però l’alto grado di integrazione di tutte le varie culture all’interno di quest’area, al contrario che in altri stati americani dove non è così evidente.
4. La sensibilità artistica di Venice. Per tirarsi su il morale non c’è nulla di meglio di una camminata lungo il boardwalk di Venice. Ogni giorno, che splenda il sole o che ci siano dei nuvoloni a coprirlo, gli artisti di strada sono lì ad esporre le loro opere alternative, ad organizzare show di danza e musica, a mostrare le loro capacità atletiche, a predire il futuro, a svelare arcani e misteri sul mondo, a deliziare la vista con sculture in sabbia, a creare murales coi gessetti colorati, ad offrire massaggi o tatuaggi all’hennè. Ed ogni giorno ne inventano una nuova. Ciò che è importante è l’allegria che trasmettono, l’energia e la passione che mettono nelle loro creazioni e nei loro sketch, la serietà con cui ti guardano negli occhi e ti raccontano la loro storia – come sono arrivati lì, cosa li ha mossi a diventare street artists - e ti spiegano come realizzano questo e quello. Non sono i soldi la prima cosa che chiedono - non sembra ne abbiano tanto bisogno a vederli così felici - cercano solo riconoscimento da qualcuno che li apprezzi e condivida con loro quella certa sensibilità e quel certo modo di sentire libero, giovane, aperto. Questa è l’immagine di Venice Beach che poi ci si porta nel cuore.
5. Le colline per le vedute. Che il centro di Los Angeles non abbia nulla di interessante e worthseeing, è probabilmente la prima critica che viene mossa, e non a torto. Se la si guarda da un’altra prospettiva però tutto cambia e si tinge di magico: bisogna osservarla la notte, dall’alto. Ed è proprio la configurazione geografica a suggerirlo: le colline di Hollywood, Bel Air e Pacific Palisades (solo per nominarne alcune) sembrano fatte apposta per andarci la notte a contemplarvi la vista. La quantità di luci, gli incroci romani del cardo e decumano che si susseguono e costituiscono tutta la grande rete della città, le auto che si inseguono lungo i grandi boulevard interminabili rendono il paesaggio fantastico. Si perde anche la coscienza dell’artificiosità di ciò a cui si assiste. Rimane solo la fascinazione ineffabile, come davanti a qualcosa di naturalmente maestoso, come una cascata, il deserto o la vetta di una montagna.
6. La non ostentata mania di grandezza. Si sa, gli States sono la patria del big e ne vanno ben fieri quando glielo si fa notare. In qualsiasi campo tutto è più grande: le auto, le strade, i grattacieli, gli hamburger, gli spazi, le taglie; quasi a coprire una fobia di inferiorità rispetto ai vecchi “piccoli” europei. La California è sotto questo punto di vista meno americana degli altri Stati. Certo, le strade a tre corsie e i grattacieli non mancano, così come i SUV e le limousine, ma non è la regola: la moda delle 500 Fiat è giunta fino a qui, l’attenzione per la cucina vegana e ipocalorica è molto più alta che in altre zone, la vastità del territorio ha consentito che l’immagine dei grattacieli di downtown LA si perdesse tra i milioni di case a dimensione “europea”. Come a dire “se grande è bello, piccolo non è poi così brutto!”.
7. Il lifestyle rilassato. E’ la prima cosa che si impara a fare una volta giunti in California: gettare alle spalle lo stress della vita italiana e abbracciare il “take it easy” americano. Al contrario dell’idea falsata dell’americano stakanovista senza un attimo di relax, è proprio negli States che si può ritrovare l’equilibrio tra vita-lavoro-tempo e se stessi. Tutto è creato a rendere le cose più facili e veloci, il tempo è denaro qui: non si può sprecarlo in code inutili agli sportelli, burocrazia e lunghi iter. Inoltre la libertà di esprimere il proprio modo di essere non è da trascurare: il non dover più fare attenzione al come vestirsi, il non aver paura di pensare nel proprio modo, il poter vivere in tutti i modi alternativi possibili e la certezza di non venire giudicato, ma anzi accettato comunque.
8. I festival. Che siano vegani, spirituali, sulle energie rinnovabili, i festival che si svolgono a LA, e in particolare a Venice, sono insieme alternativi e tradizionali, tanto da poter vagamente ricordare le nostre allegre sagre paesane, ma con quel sottofondo musicale che può andare dal rap, al gospel, al canto spirituale indiano, e con quegli stand tra il religioso, il mistico, l’artistico e l’esotico. Tanto per citarne due: il Festival of the Chariots e l’eco-conscious Abbot Kinney festival.
9. La tranquillità. Nonostante sia una delle grandi metropoli del mondo, LA è una città tranquilla, lontana dalla pericolosità di New York e dallo smog della piccola Milano. Grazie a ciò ed ovviamente alla sua felice posizione geografica – mix di collina e pianura diretta sull’oceano - la costa della Southern California è un perfetto paradiso per i vacanzieri. Da non dimenticare il clima, per lo più caldo secco e molto ventilato durante il giorno, sebbene nebbioso e umido – soprattutto lungo la costa - la notte e la mattina.
10. I tantissimi Coffee Bean and Tea Leaf. Che un’italiana apprezzi un caffè all’estero è piuttosto difficile, ma la compagnia di Coffee Bean and Tea Leaf, sparsi copiosamente su tutta la California, ha superato le aspettative. Da preferirlo anche al brand più noto di Starbucks, esso offre, oltre ai tipici ice blended che rinfrescano nella calura estiva, un ottimo espresso. Non ci si aspetti di pagarlo il corrispettivo del nostro euro però!
Martina Napolitano