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Dieci proposte che Renzi non può rifiutare

Creato il 26 marzo 2015 da Alessandromenabue
E' ormai prassi consolidata bollare come gufo, disfattista e incapace di portare contributi concreti, chiunque si azzardi a muovere critiche a Matteo Renzi e al suo governo. Nel tentativo di prendere le distanze da questa ben poco encomiabile immagine, ho deciso di lanciare dieci proposte, che toccano diverse problematiche del nostro paese, atte a ridisegnare il volto dell'Italia. Su alcuni provvedimenti, ad esempio le riforme costituzionali, esecutivo e parlamento sono già al lavoro da diverso tempo. Niente è però ancora definitivo: c'è tempo per tornare sui propri passi, basta volerlo.
  1. Basta con il bicameralismo dei doppioni inutili. Una delle due camere va semplicemente abolita. Ne basta una sola, veramente autorevole, composta da non più di 500 persone.
  2. Le elezioni diano potere ai cittadini non ai segretari di partito. Per ridare autorevolezza al Parlamento bisogna innanzitutto abolire il "Porcellum", l'attuale legge elettorale che consente la nomina dei parlamentari da parte delle segreterie dei partiti, tornando ai collegi uninominali. 
  3. La politica non sia la via breve per avere privilegi e una buona pensione. Aboliamo tutti i vitalizi per i Parlamentari e i Consiglieri regionali. La politica torni a essere assolvimento di un dovere civico e non una forma di assicurazione economica.
  4. Eliminiamo la classe politica corrotta. Lo strumento è una amnistia condizionata al rispetto di 5 punti: ammissione della colpa, indicazione di tutti i complici, restituzione del maltolto, impegno a non fare più politica. In caso di nuovo reato, la pena si somma a quella del reato oggetto dell'amnistia.
  5. Fuori i partiti dalla Rai. La governance della Tv pubblica dev'essere riformulata sul modello BBC (Comitato Strategico nominato dal Presidente della Repubblica che nomina i membri del Comitato Esecutivo, composto da manager, e l'Amministratore Delegato). L'obiettivo è tenere i partiti politici fuori dalla gestione della televisione pubblica. 
  6. Portare il rapporto debito/Pil al 100% in 3 anni. La crisi di fiducia nell'Italia sui mercati internazionali accresce i tassi d'interesse e il peso del debito, che si trasforma in maggiori tasse per tutti. Per alleggerire questo peso e ridare fiducia ai mercati dobbiamo riportare il rapporto tra il debito e il Pil al 100% in tre anni. Questo può essere fatto attraverso: 1) privatizzazione imprese pubbliche; 2) privatizzazione municipalizzate; 3) alienazione di parte del patrimonio immobiliare dello Stato (il valore di mercato degli immobili di proprietà pubblica è di 380 miliardi; di questi sono ci sono immobili liberi per un valore di 42 miliardi di euro. Questi ultimi, essendo inutilizzati, possono essere venduti subito. Sul resto si veda quello che serve effettivamente al servizio pubblico e l'eccedenza sia liberata e venduta. Creazione di un fondo immobiliare che si occupi della valorizzazione degli asset); 4) imposta sui grandi patrimoni. Non solo questo riduce il debito, ma elimina gli spazi per il clientelismo. 
  7. Uscire dal sommerso. Ridurre l'aliquota dell'IRES per le imprese che accettano procedure di accertamento rapido e maggiore trasparenza sui bilanci. Questo riduce gli incentivi ed aumenta i rischi a mantenere un'attivita' nel sommerso. 
  8. Dirigenti a termine nelle aziende pubbliche. Nel pubblico i dirigenti, anche se falliscono, rimangono lo stesso nell'amministrazione, al massimo sono spostati e se falliscono ancora, vengono spostati ancora e girano nell'amministrazione fino alla pensione. L'incarico dirigenziale nell'amministrazione pubblica è una sfida ancora più grande rispetto a quella privata e perciò l'ambizione rispetto ai risultati deve essere maggiore. La proposta perciò è di avere contratti dirigenziali che durino cinque anni. 
  9. Città rinnovabili. Coinvolgere le amministrazioni cittadine nel raggiungimento degli obiettivi europei di riduzione delle emissioni, assegnando obbiettivi alle grandi aree urbane e ai comuni. Parte degli incentivi per le energie rinnovabili sarà destinata ai piani cittadini per le campagne d'introduzione delle tecnologie eco-efficienti (caldaie di nuova generazione, finestre a isolamento termico), della mobilità sostenibile e degli impianti solari e micro-eolici.
  10. Scegliere le grandi opere che servono davvero. Rivedere il piano delle infrastrutture alla luce di criteri di valutazione economica. Puntare sulle (poche) grandi opere che servono e soprattutto sulle tante piccole e medie opere delle quali il Paese ha davvero bisogno. 
Si tratta di proposte che, a mio avviso, il Presidente del Consiglio dovrebbe seriamente prendere in considerazione, non solo perché sono soluzioni di buon senso che incontrerebbero l'apprezzamento di buona parte dei cittadini. Ma soprattutto perché sono sue: sono infatti dieci dei cento punti programmatici da lui lanciati nel 2011 in occasione della seconda Leopolda, quando ancora era a caccia di quel consenso popolare del quale ora crede di poter fare a meno. Difficile sapere se su queste tematiche Renzi abbia semplicemente rivisto le sue opposizioni o se piuttosto, intuendone il potenziale dal punto di vista dell'accoglienza popolare, non se ne sia deliberatamente servito come grimaldello - uno dei tanti - per entrare a Palazzo Chigi. Personalmente un'idea me la sono fatta, ma non vorrei passare per gufo.

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