Dieci Regioni pronte a chiudere gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Il Governo valuterà commissariamenti

Creato il 18 marzo 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Sono dieci le Regioni pronte a fare fronte alla chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari entro il termine del 31 marzo, avendo individuato le strutture alternative, operative dal primo aprile. Altre regioni saranno pronte in autunno mentre, ad esempio, il Veneto non ha ancora individuato neppure una soluzione ed il Piemonte è a rischio. Il Governo valuterà i possibili commissariamenti. Rispetto invece alla concreta attuazione del passaggio da Opg a Rems (ndr, strutture residenziali sanitarie gestite dalla sanità territoriale, in collaborazione con il Ministero della Giustizia), dieci Regioni e una Provincia Autonoma potranno contare già dal 1 aprile su residenze funzionanti.

(iljournal.it)

Sono dieci le Regioni pronte a chiudere gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Si tratta della Valle d’Aosta, Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia e Sardegna, oltre alla Provincia Autonoma di Bolzano. A queste potrebbero aggiungersi, appunto, anche Abruzzo e Molise, frenate solo dal giudizio amministrativo pendente, ma che potrebbe risolversi già prima dell’inizio di aprile. Il Veneto, invece, attualmente non ha individuato nessuna soluzione.

La situazione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari: circa 700 gli internati presenti nelle strutture che chiuderanno il 31 marzo. Ad oggi sono circa 700 gli internati negli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) la cui chiusura è prevista al 31 marzo. Il loro trasferimento dagli Opg alle strutture alternative individuate (Rems) non sarà tuttavia un’operazione di massa, ma un percorso che richiede l’adozione di provvedimenti sia giudiziari sia sanitari per ciascuno dei ricoverati nelle strutture. Tale percorso presumibilmente impegnerà, secondo quanto si apprende, un arco di tempo di alcune settimane. Le Regioni hanno presentato al ministero della Salute i propri piani alternativi in attuazione della riforma per la chiusura degli Opg lo scorso 15 marzo. Si tratta di un risultato strutturale valutato come “globalmente positivo” e che si è raggiunto grazie ad un intenso lavoro portato avanti negli ultimi mesi dai ministeri della Salute, della Giustizia e dalle Regioni con 12 riunioni bisettimanali dell’organismo di coordinamento, presieduto dal sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo. Per portare a pieno compimento la riforma, ora il governo valuterà eventuali misure da adottare, incluse quelle di commissariamento per le Regioni inadempienti.

Veneto e Piemonte a maggior rischio commissariamento. ”Al momento il Veneto, ma anche il Piemonte, presentano le situazioni più critiche in relazione ad un’ipotesi di eventuale commissariamento”. Lo ha affermato il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, in relazione alla scadenza del 31 marzo che prevede la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari (opg) e la contestuale attivazione in tutte le Regioni italiane delle residenze alternative per gli internati. Ad oggi, ha detto all’ANSA il sottosegretario, “il Veneto non ha neppure comunicato il proprio piano in relazione all’attuazione di questa riforma. Ad ogni modo – ha precisato – la decisione degli eventuali commissariamenti sarà del Governo, ma resta una delle procedure valutate possibili”. La legge, ha rilevato De Filippo, “è infatti chiara e dice che le Regioni che non hanno concluso entro la scadenza prevista del 31 marzo il processo per l’attivazione delle residenze alternative Rems, possono essere commissariate”. A questo punto, ha avvertito De Filippo, “è oggettivo che non sarebbe tollerabile un allungamento dei tempi indeterminato per l’apertura delle Rems, mentre un discorso diverso è lo slittamento di alcune settimane o dei termini di apertura entro settembre. Ad ogni modo – ha detto – l’adempimento delle scadenze da parte di tutte le Regioni sarà monitorato”. De Filippo ha quindi sottolineato l’importanza del lavoro svolto in questi mesi: “Sul tema della chiusura degli opg – ha affermato – si è proceduto finora di proroga in proroga, ma questo Governo ha finalmente detto basta lle proroghe. Questo è un risultato molto positivo”.

Veneto, l’assessore Coletto: “Noi contrari a soluzioni provvisorie”. ”Il Veneto è serio, non inadempiente. Noi i malati di mente giudicati pericolosi non li metteremo in lager improvvisati e insicuri, per rispetto della loro dignità e per la tranquillità sociale dei territori”. L’assessore regionale veneto alla sanità Luca Coletto commenta così il fatto che il Veneto risulterebbe essere l’unica Regione italiana a non aver ancora individuato una soluzione provvisoria alla chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (Opg) prevista per fine mese. “Non si dimentichi – aggiunge – che stiamo parlando di ‘Rems’, Residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria, provvisorie. Se il Governo vuole soluzioni tipo quelle di alcuni residui manicomiali tristemente assurti agli onori della cronaca anche recentemente, faccia pure. Se ne assumerà tutte le responsabilità”. “Il Veneto – aggiunge Coletto – ha già individuato la sede e il progetto per la realizzazione di una nuova struttura definitiva con tutte le caratteristiche necessarie di sicurezza e di umanità, e questo il Governo lo deve sapere bene. E’ anche bene si sappia che la specifica legge è del 2012, che il Governo ha lasciato dormire la questione per tre anni, e che solo qualche giorno fa i fondi necessari sono stati effettivamente resi disponibili. Ciò significa che, anche partendo oggi con le procedure, occorreranno tra due e quattro anni per vedere l’opera realizzata”. “Nel frattempo – conclude – soluzioni raffazzonate costituirebbero solo un’offesa a malati e ai territori. Strutture anche solo lontanamente rispondenti a caratteristiche pur minimali di sicurezza, accoglienza e umanità da usare provvisoriamente in Veneto non ce ne sono. Il Veneto non è inadempiente, è semplicemente contrario alle cose improvvisate e quindi ad alto rischio di essere fatte male”.

Il Dipartimento amministrazione penitenziaria: “Si potrà dimettere il 5-10% dei 700 internati”. Come detto prima, saranno circa 700 le persone internate negli Opg che a partire da aprile saranno spostate: per una parte di loro sarà possibile la dimissione, mentre gli altri saranno ospitati nelle Rems. “A stabilire se un soggetto può essere dimesso – spiega Roberto Piscitello, responsabile della Direzione generale detenuti e trattamento del Dap, il Dipartimento amministrazione penitenziaria – è la magistratura di sorveglianza sulla base di una valutazione della pericolosità sociale e dei trattamenti seguiti: entro il primo aprile si stima che questa quota sarà tra il 5 e il 10% del totale”. Oggi gli Opg sono 6 in tutta Italia, saranno sostituiti dalle Rems, residenze non carcerarie e più propriamente socio-sanitarie, senza sbarre, senza presenza di polizia penitenziaria, che puntano alla riabilitazione. “Nelle regioni più piccole – aggiunge Piscitello – ci sarà una sola Rems, in quelle più grandi ce ne saranno da 3 a 4. Ogni struttura ospiterà fino a 20 persone”. (ANSA)


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