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Dieci saggi senza donne e poco rappresentativi: almeno prendiamo tempo in vista del nuovo Presidente

Creato il 31 marzo 2013 da Antonioriccipv @antonioricci

Alla fine dal cilindro sono usciti dieci saggi senza donne e poco rappresentativi.

Dieci saggi senza donne e poco rappresentativi: almeno prendiamo tempo in vista del nuovo Presidente

Mal visti da PDL e PD.

Le commissioni sono due.

La prima, quella dei “saggi politici” è incaricata di lavorare sulle riforme istituzionali e sciogliere nodi come legge elettorale, costi della politica, taglio dei parlamentari e revisione del bicameralismo.

Ne fanno parte Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale.  Con lui Mario Mauro, capogruppo al Senato di Scelta Civica, ex europarlamentare del Pdl. C’è poi Luciano Violante, ex presidente della Camera e uomo che i per i democratici ha curato a più riprese le trattative sulla legge elettorale. Per il Pdl in pista c’è Gaetano Quagliariello, storico ambasciatore di Berlusconi sulle riforme e nel suo partito considerato un moderato.

Nella seconda commissione quella che lavorerà sulle proposte in campo economico, sociale ed europeo e che avrà un occhio anche su esodati, imprese e rifinanziamento della Cassa integrazione,  siedono Enrico Giovannini  presidente dell’Istat, Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Antitrust, Salvatore Rossi membro del Direttorio di Bankitalia. Con loro ci saranno i due presidenti delle commissioni speciali sull’economia di Camera e Senato, Giancarlo Giorgetti, l’economista della Lega, e il democratico Federico Bubbico. C’è infine il ministro agli Affari europei Enzo Moavero, il grande negoziatore di Monti su tutti i dossier Ue che Napolitano ha voluto inserire come garanzia di credibilità e serietà agli occhi delle Cancellerie continentali.

Può essere che questa mossa ridia fiducia davanti ai mercati. Vedremo.

I documenti prodotti da queste due commissioni non sono ovviamente vincolanti per nessuno.

Sicuramente si prende tempo e passa in primo piano l’elezione del nuovo presidente della Repubblica.

Mi pare che i dieci nomi nascano da un ragionamento del tutto sbagliato agli occhi della rappresentanza.

Infatti non è rappresentato il movimento 5 stelle in primis.

Vi è invece una plastica rappresentanza del governo Monti.

Ricordiamo che nelle Elezioni la maggioranza che ha sostenuto il governo Monti è passata dal 75 al 55 per cento: pochino, per parlare di unità nazionale.

Nel frattempo, dal novembre 2011 a oggi, il Movimento 5 stelle è passato però dal 5 al 25 per cento: parecchio, per essere messi al bando come forza antisistema.

È possibile immaginare una qualsiasi rappresentanza in nome dell’ unità nazionale tra i partiti che alle ultime elezioni hanno perso rispettivamente tre e sei milioni di voti, tenendo fuori proprio coloro che contestando il loro governo i voti li hanno quintuplicati?

Infine neppure una donna.

Siamo ancora in un altro secolo.

Per il governo l’unica strada è ancora il piano C: una personalità come Rodotà o Zagrebelsky appoggiata dal PD e dal M5S.

Il piano B(erlusconi) ci porterebbe al suicidio immediato.

Non penso che la distruzione del pd e un M5S al 45% possano essere utili alla stabilità del nostro paese, comunque sono opinioni.



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