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Diecipercento e la Gran Signora dei tonti, di Antonella Di Martino
Creato il 06 febbraio 2012 da Nicola NicodemoAutore: Antonella di Martino Editore: Autodafé Edizioni Anno di pubblicazione: 2011 ISBN: 9788897044208 Prezzo: € 13 (ebook € 9)
Prima di cominciare la recensione devo dire una cosa: il romanzo mi è piaciuto per diversi aspetti; per altri invece mi ha lasciato un po' insoddisfatto. Ma l'ho trovato, nel complesso, una buona lettura. Partiamo subito con la trama. Il protagonista, Diecipercento, è uno di quei politici che non badano troppo alla morale. Persegue i suoi obiettivi, apparentemente senza rimorsi, cercando di ottenere guadagni e vantaggi che i suoi privilegi sociali gli consentono. E peggio per gli altri, perché loro sono dei fessi. Da morto, tuttavia, Diecipercento ha una visione più chiara della sua vita passata. Il suo funerale è l'occasione giusta per incontrare Margherita, la sua nipote, fuggita tanti anni prima dalla famiglia. La donna è sicura che dietro la morte dello zio si nasconda un omicidio. Il fantasma decide di seguire le sue indagini, desideroso di scoprire la verità e l'assassino. La ricerca diventa ben presto un'indagine psicologica, quando si scopre che il vero assassino è il "maledetto" lato oscuro dello stesso Diecipercento. Margherita ripercorre le tappe del rapporto tra lei e la famiglia, e tra lei e lo zio. Nello stesso tempo, su un piano parallelo, lo zio rivede le immagini della sua vita, rivive i ricordi. E mentre il suo corpo aereo comincia a sfumare, pronto al trapasso nell'aldilà, egli vince la sfida contro il tempo: scoprire cosa pensa di lui la nipote, quella sciocca, tonta ragazza che rinuncia ai privilegi della sua condizione sociale per vivere l'amore di un uomo umile, finendo per rinnegare la sua stessa famiglia.
A dispetto di quanto possa apparire nel quarto di copertina, che, a quanto ho potuto constatare, poco evidenzia il vero contenuto del romanzo, questo è tutt'altro che un romanzo giallo. È un'indagine psicologica, la rappresentazione della crisi dei valori della società borghese, l'annullamento delle emozioni e dei sentimenti di chi vive di corruzione, di malaffari. È una storia quanto mai attuale, che va proiettata nella realtà. Così da renderci conto di come, con ironia e sarcasmo, vengano resi ridicoli e discutibili alcuni aspetti di una realtà che ci appare normale. Quali sentimenti si nascondono dietro il corrotto? E che ruolo esso riveste nel gioco della politica? È solo la pedina di una "famiglia" più estesa?
Un tema caldo, quello trattato. Affrontato con molta leggerezza. Il ché potrebbe essere o meno un merito. Sicuramente l'ironia e la delicatezza con cui l'argomento viene spiegato attraverso il ricordo e il confronto muto tra una persona viva e un fantasma, rendono la storia piacevole e addirittura divertente.
Un plauso va fatto anche alla scelta del titolo: efficace. Crea curiosità e aspettativa nel lettore. E nello stesso tempo è perfettamente in linea con il tema.
Mi ha lasciato meno soddisfatto, invece, la mancanza di tratti psicologici caratteristici. I personaggi mi sono sembrati statici e un po' stereotipati. Il politico corrotto, la nipote che rifiuta i privilegi e vive il suo amore con sincerità, i personaggi di fondo che alimentano la storia. Essi giocano il loro ruolo senza immergersi nella storia. E, nonostante sappiamo molto della loro vita, appaiono distanti. Non sempre sono riuscito a immedesimarmi in loro, perché mi sono reso conto di non conoscerli abbastanza a fondo, se non nella loro parte di attori della storia. La brevità del romanzo lasciava altresì spazio ad un'analisi più vasta dei singoli personaggi e della storia in sé.
Resta comunque una trama efficace, che mira ad evidenziare i contenuti principali del romanzo, senza troppe divagazioni: il messaggio è chiaro ed esplicito, e questo compensa in parte l'esiguità dell'intreccio. Lineare e consequenziale, la trama accompagna comodamente il lettore attraverso i salti temporali, senza mai perdere il filo. E la matassa che compone la storia si scioglie con semplicità agli occhi del lettore. Sicuramente un punto a favore, per una storia che esige il coinvolgimento emotivo di chi legge.
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