In questa settimana successiva al trionfo dell'inter in Champions League, non riesco a non accodarmi alla processione di adoratori abbagliati dalla grandezza di un campione di altri tempi, e se si è scomodato anche il Guardian, vuol dire che di attaccanti del genere non se ne vedono spesso, e questo è il momento magico di:
Diego Alberto Milito
Argentino dalla faccia malinconica, soprannominato "El Principe", quasi per canzonare la sua impressionante somiglianza con il talentuoso uruguaiano Francescoli, chiamato anch'egli nello stesso modo qualche anno prima, si è immedesimato talmente nel suo nickname da marchiare in modo indelebile questa storica stagione dell'Inter, protagonista di una inedita tripletta Campionato-Coppa Italia-Champions League.
Arrivò in Italia nel Genoa, in serie B, senza clamore, e con il suo carisma, tanto evidente in campo quanto invisibile fuori, ha ipnotizzato i passionali tifosi rossoblu, appena in tempo per vederlo scomparire, a causa dell'illecito sportivo che portò la squadra Ligure in serie C1, e il campione invisible in Spagna, per raggiungere il fratello nel Saragozza.
Costantemente in doppia cifra, anche negli anni spagnoli, il "Principe" continua a non stuzzicare gli interessi dei grandi club, forse proprio per quella sua naturale discrezione così lontana dagllo stereotipo del fuoriclasse-strumento marketing tipico del calcio moderno.
Quando torna al Genoa, dopo l'esilio nella Liga, sembra che tutto sia rimasto come prima, come ai tempi della serie B, il "Principe" riprende in mano la suadra e la porta fino al quarto posto nel massimo campionato, dopo oltre dieci anni di inferno, imponendosi in modo ormai non più trascurabile verso la grande occasione, che, a 31 anni suonati, arriva, e Diego Milito diventa un giocatore dell'Inter.
Gli ultras dello Zena lo lasciano andare, perchè sanno che va via per entrare nella storia, perchè sanno che una persona perbene non tradisce chi lo ha reso un principe vero, ormai molto più di quello a cui somigliava.
Il resto è storia recente, bastano i bombardamenti mediatici degli ultimi giorni a raccontare cosa ha fatto nella stagione appena consclusa questo giocatore straordinario, per il sottoscritto uno degli attaccanti più forti cha abbia mai visto, senza tatuaggi, senza espulsioni, senza litigi con gli arbitri, senza polemiche in sala stampa, senza veline nè risse in discoteca.
Un giocatore sontuoso.