F.Parlaci di te e del tuo primo approccio al design
D. L' approccio al design e per la moda? Penso dal 1976, anno in cui sono nato.
Nel 1997 ho iniziato realmente ad affacciarmi al mondo della moda collaborando con
aziende nazionali ed internazionali nel mondo del retail ricoprendo mansioni sempre
differenti dalla vendita alla gestione ed al merchandising. E' probabile che questo percorso
mi abbia portato a sviluppare la mia vena creativa spingendomi, nel 2009, a realizzare un
sogno, “UrbanikaB”.
F. Se dovessi scegliere un solo modo per promuovere il tuo lavoro,quale sceglieresti e perchè?
D. Penso alla realizzazione di un concept store “UrbanikaB” all' interno del quale poter
raccontare i in modo completo cercando di far vivere al cliente le stesse “emozioni” che ho
provato Io realizzandolo. Mi e' capitato di acquistare dei capi rimanendo affascinato dall'
artigiano che le aveva realizzate, mi piace l' idea di vendere e/o comprare oggetti che
hanno una storia da raccontare. Siamo bombardati puntualmente da pubblicita' di colossi
che ci costringono ad acquisti compulsivi, forse e' ora di tornare un po' indietro...che ne
dite?
F. La tua giornata inizia da....
…...da un buon caffe'! Inizio coccolandomi con un vizio che mi porto dietro da sempre ed
a cui non potrei rinunciare!
Se mi avessi posto la stessa domanda qualche anno fa avrei potuto rispondere in modo piu'
schematico e preciso ma da quando ho intrapreso questa avventura ogni giornata e' diversa
e senza orari, alcune hanno piu' di 24h.....
F. In Italia se dico Design,dico....
D. Spesso si tende ad utilizzare “Design” come rafforzativo del prodotto proposto.
La parola in se definisce il profilo estetico e la corrente artistica di un prodotto, non
sempre e' di facile interpretazione.
F. Hanno mai clonato le tue borse?Se si,come ti sei comportato?
D. Che Io sappia no....il brand e' troppo giovane e deve ancora fare parecchia strada prima di
incappare in questo tipo di rischi, solamente un brand importante, che non menzionero', ha
utilizzato le funi per realizzare una linea di borsoni da uomo ma, anche se e' successo in
seguito alla presentazione del Pitti W 2010 a cui ho partecipato, potremmo definirlo
casualita'.
Le copie sono cose che non concepisco, le definirei mancanza di creativita' e sfruttamento
di un business che non apprtiene a chi ne approfitta, ma come disse un grande
imprenditore “Se le copiano e solamente perche' siamo riusciti a creare un prodotto
interessante”.
F. In Italia è comune il pensiero che associa il designer ad un "disegnatore di oggetti".Liberandoti da questa definizione,in quale ruolo ti identifichi?
D. Non mi definirei Designer, sento di potermi definire un “Creativo”.
Molti creativi si avvalgono di Designer capaci per trasformare le loro idee in progetti e/o
viceversa. Inizialmente avevo idee che non riuscivo ad esprimere a pieno per mancanza di
capacita' tecniche e' capitato di collaborare con professionisti abili nel disegno, poi da
buon autodidatta ho imparato a muovermi da indipendente.
F. Ti senti più architetto o design?
D. Architetto? Magari! Col senno di poi posso confessarti di essere pentito di non aver
intrapreso questa strada! Lascerei il titolo a chi ha sacrificato tempo e passione per
ottenerlo. Rischiero' di essere ripetitivo ma “Creativo” e' il termine giusto.
F. Un designer famoso...
D. Philippe Starck
F. Uno sconosciuto...
D. Sono troppi purtroppo!
F. Dì la tua....
D. Direi di no, preferirei fossero i miei progetti a farvi immaginare il resto.....
D.B.
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