In cantina il topino
paffutello e
un po' carino
s'aggirava nel cestone
tra cartacce
e un bel pallone.
Col simpatico musino
poi faceva capolino
per giocare
a nascondino.
Ma il veleno lui ingollò
che il ciccione dispettoso,
proprio il dì, gli propinò.
Che disgrazia.
Che tragedia.
Cosa fare?
Come fare?
Parapiglia.
Sacripante.
Ecco Diego,che arrivò.
E con lui, mitiche,
le superflebo
di bianco e dolce latte
grazie alle quali
il nostro amico
corse all’aria e vomitò.
Liberato poi che fu, Topino
riconoscente, ringraziò.
Diego, allora, fiero
e commosso
in silenzio
se ne andò
e si allontanò
modestino modestino
come fanno i veri eroi.
Quel sogno (… era un sogno)
era stato proprio
un gran bel sogno…
e tutto da raccontare,
l'indomani, a scuola.
Beata infanzia, allora,amici miei
che è ancora capace di fantasia.
(m.m.)