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Diego Schelfi, il Rottweiler fuori tempo massimo

Da Trentinowine
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diego schelfi rottweilerCaro Cosimo senior, della nostra querelle fra Grisenti e Schelfi non frega niente ad alcuno, esattamente come ci siamo stufati delle mene di quel migliaio di autonominati che stanno a Roma o di quella massa che manteniamo a Bruxelles. Il qualunquismo e l’apatia sono il peggio di tutto questo e allora va bene anche la zuffa su due squali da acque profonde come i due succitati. Tu Cosimo senior vuoi accaparrarti un vantaggio bollando con un “ismo” il movimento di Grisenti, sapendo che gli ismi sono deleteri per convenzione. Effettivamente non c’è uno Schelfismo. Lui è abituato a muoversi nei corridoi curiali, a mandare messaggi trasversali, a liberare i suoi quattro Rottweiler per ricondurre il gregge all’ovile. Ci siamo già dimenticati dell’illuminato Pancher? Mica lo hanno ricondotto lui, nemmeno nel risucchio dell’aula consigliare dove ha lasciato il posto alla garula Agostini. La partita si riaprirà l’autunno prossimo con facce nuove anche in via Segantini. Quindi di tutto mi puoi parlare Cosimo, soprattutto di Cooperazione, di quella con la C maiuscola, di quella silenziosa che ogni giorno tiene su la baracca e la fa progredire perché crede nel servizio, ma non del Diego come faro per il nostro futuro. E’ fuori tempo massimo. In fatto di cooperazione sono di quelli fulminati sulla via di Damasco, non sono nato cooperatore, come credo nemmeno Schelfi. Un giorno, un mio “maestro” vedendo inutili i suoi sforzi per catechizzarmi alla sua idea di cooperazione disse allargando le braccia ed alzando gli occhi al cielo che cooperatori si nasce, non si diventa! Mi consolo pensando che “dai nani e dagli unti da dio, tre passi ‘ndrio”.

Orbene, l’alternativa sarà mica Pacher? (occhio taliani: rispetto a quello sopra gli manca una enne). Questo è l’inconsapevole recordman delle capriole: da vicepresidente di giunta dimissionario e ritirato dalla politica a presidente di giunta in pochi giorni; è quello della discarica e dell’inceneritore, quello di Metroland, faraonica rete di trenini per collegare le periferie. Roba da far impallidire anche il primo Grisenti. Ecco il punto. Li porta o no Grisenti i segni della fulminata sulla via di Damasco? Attualmente è ancora tutto bendato, alla fine magari sarà stato un bluff. Vedremo se la sua pelle sarà rinnovata o se conserverà la scorza di prima. Come ti ho detto già, caro Cosimo senior, aspetto di vedere il programma agricolo/turistico (dove ci capisco un po’ di più) prima di farmi un’idea su Progetto Trentino. Ovviamente il programma che piacerebbe a me non ha nulla a che fare con l’asfalto ed il cemento, ma è molto più vicino alle idee di Serge Latouche. E’ su questo che dovremo cominciare a ragionare. Al tuo mentore lasco demolire l’ex Italcementi sapendo benissimo che non ci farà un parco per Piedicastello, gli lascio l’affare dell’Aeroterminal lagunare sperando di non doverlo pagare come cittadino, gli lascio la grana La-Vis sperando che cominci ad interessarsi di Chardonnay e territorio invece che di mattoni ed immobiliare.

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