Dieta alimentare, sindrome di Lynch e cancro al colon sono collegati

Da Dietainforma @espriweb

Secondo un recente studio, dieta alimentare, sindrome di Lynch e cancro al colon sono collegati tra loro. I ricercatori hanno scoperto che le persone che hanno una predisposizione genetica al cancro al colon e consumano grosse quantità del cosiddetto “cibo spazzatura” hanno un rischio più elevato di sviluppare questo tumore. Nonostante la predisposizione genetica, queste persone potrebbero ridurre il rischio di cancro al colon seguendo un regime alimentare sano. Tutti i partecipanti a questo studio avevano sviluppato la sindrome di Lynch, una malattia genetica che predispone al cancro anche ai giovani. Nei paesi occidentali questa sindrome solitamente aumenta il rischio di tumore al colon-retto e all’endometrio, mentre in Asia aumenta il rischio di tumore allo stomaco. Il 70% delle persone con sindrome di Lynch tende a sviluppare un cancro al colon. Chi non è affetto da questa sindrome, invece, può sviluppare questo tumore seguendo una dieta sbagliata, basata soprattutto sul consumo di alcol, di carne rossa e di alimenti trasformati. I ricercatori dell’Università di Wageningen, nei Paesi Bassi, hanno condotto uno studio su 486 persone affette dalla sindrome di Lynch. I partecipanti, in base al loro regime alimentare, sono stati divisi in quattro gruppi: il primo consumava prevalentemente frutta, verdure e cereali integrali; il secondo carne e caffè; il terzo pesce, verdure a foglia verde, pasta, sughi e vino (tipici di una dieta mediterranea); il quarto snack ipercalorici, fritture, cibi dei fast-food e bibite gassate. Dopo averli monitorati per circa 20 mesi, gli studiosi hanno scoperto che, tenendo presente anche il fumo ed altri fattori di rischio, coloro che mangiavano il “cibo spazzatura” presentavano il doppio delle probabilità di sviluppare un tumore al colon. Le cause di questo fenomeno non sono ancora chiare, ma anche se i risultati ottenuti non possono ancora essere considerati attendibili, questo studio ha permesso di motivare i ricercatori ad approfondire e verificare l’esistenza di un legame tra l’alimentazione ed il rischio di sviluppare un tumore.



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