L’energia introdotta con la dieta Così come è possibile misurare il dispendio energetico, è abbastanza semplice valutare anche la quantità di energia che si introduce con gli alimenti. Infatti, ogni alimento apporta energia in funzione del suo contenuto in macronutrienti. I tre macronutrienti principali sono rappresentati da carboidrati, grassi e proteine. I carboidrati, che si possono suddividere in semplici (es. gli zuccheri glucosio, fruttosio e saccarosio) e complessi (rappresentati principalmente dall’amido) apportano circa 4 kcal per grammo, così come le proteine. I grassi, invece, apportano in media 9 kcal per ogni grammo consumato. Tra i componenti energetici che non sono macronutrienti rientrano anche l’alcol e gli acidi organici, che, tuttavia, per limitato potere calorico e quantità introdotta (per gli acidi organici) e nel contesto di una sana alimentazione (per l’alcol) sono contributori secondari del bilancio energetico dell’individuo. Il bilancio energetico È evidente come la gestione del bilancio energetico possa influenzare drasticamente la tendenza a mobilitare o depositare massa corporea. Idealmente, pur non entrando nel dettaglio dei numerosi processi legati alla spesa e all’introduzione energetica non facilmente controllabili, un bilancio energetico positivo (quando l’energia introdotta con la dieta è maggiore della spesa energetica) porta a un credibile aumento di peso, mentre un bilancio energetico negativo (quando la spesa energetica è maggiore dell’energia introdotta con la dieta) porta a una diminuzione del peso corporeo. Tuttavia, è interessante osservare come nel brevissimo termine (ore o anche giorni) esistano grandi differenze tra energia spesa ed energia introdotta con la dieta. Per mantenere un buon funzionamento fisiologico, l’organismo ha evoluto strategie che permettono di “tamponare” queste differenze in maniera estremamente efficace. Per esempio, la messa in riserva del glucosio, sotto forma di glicogeno nelle cellule muscolari e del fegato, è rapida e permette di reagire velocemente alle variazioni del bilancio energetico su base oraria. Sul lungo periodo, però, l’energia in eccesso viene stoccata sotto forma di grasso (trigliceridi, in tessuto adiposo). Tuttavia, è interessante quantificare questa differenza per periodi molto lunghi. A tale proposito, ipotizzando che un individuo aumenti di 10 kg in 50 anni di vita (dai 25 ai 75 anni), si potrebbe considerare tale aumento di peso corporeo significativo anche dal punto di vista del rischio di malattia. Considerando però che il tessuto adiposo depositato non è costituito interamente da lipidi e che la sua densità energetica media è pari a 30 MJ per kg (più di 7000 kcal), si può rapidamente calcolare come, all’incirca, lo scarto positivo tra energia introdotta ed energia consumata nell’arco dei 50 anni dell’individuo si attesti sulle 4 kcal al giorno. In pratica, il soggetto di questo esempio ha sgarrato di 1 kcal a pasto, che corrisponde a circa un decimo di grammo di olio o quarto di grammo di zucchero da cucina. Questo esempio serve a dimostrare come, in condizioni pienamente fisiologiche, l’organismo riesca a regolare il proprio bilancio energetico con un livello di precisione degno della migliore macchina automatica. Lo fa attraverso un fine tuning estremo, gestito mediante un’accurata regolazione delle sensazioni di fame e sazietà, alla modulazione del metabolismo basale e alla capacità percettiva del nostro cervello, senza necessariamente che siano coinvolti processi cognitivi. Il tutto è estremamente affascinante, vista la nostra generale incapacità di valutare l’apporto energetico degli alimenti con un tale livello di precisione. Dieta e termogenesi indotta dalla dieta (DIT) È quindi piuttosto evidente come anche minimi spostamenti da questa fine regolazione nel metabolismo energetico possano portare a problemi di sovra- o sottopeso. Anche se l’evidenza non è sempre conclusiva, molto si è studiato e osservato sull’associazione che intercorre tra alcuni malfunzionamenti del sistema di regolazione dell’introduzione di alimenti e l’obesità. È stata inoltre osservata una relazione tra DIT e sovrappeso. Sembra infatti che soggetti in sovrappeso o obesi consumino meno energia nell’utilizzare i nutrienti presenti negli alimenti consumati con la dieta. Se si considera che, come detto in precedenza, la Dieta e termogenesi indotta dalla dieta (DIT) possa contribuire fino a un 10% della spesa energetica giornaliera, è semplice intuire come essa possa anche contribuire a un significativo e relativamente rapido aumento di peso. Essendo la Dieta e termogenesi indotta dalla dieta (DIT) un fattore legato non solo all’individuo ma anche all’alimento, la scelta di alimenti che inducono una DIT più elevata potrebbe, ancora una volta nel contesto delle variazioni giornaliere di bilancio energetico, fare la differenza. Una strategia innovativa per la gestione del bilancio energetico potrebbe quindi essere quella di individuare uno o più fattori che modifichino la Dieta e termogenesi indotta dalla dieta (DIT) di un alimento senza intaccarne la composizione in macronutrienti. Qualche osservazione sull’argomento esiste già. Nello studio di Scazzina et al. del 2011 è stato osservato come una colazione a basso indice glicemico, un parametro che descrive la capacità degli alimenti contenenti carboidrati di aumentare la glicemia dopo il loro consumo, sia in grado di aumentare significativamente la Dieta e termogenesi indotta dalla dieta (DIT) rispetto a una colazione isocalorica e composta praticamente dagli stessi nutrienti, ma ad alto indice glicemico. L’effetto sulla DIT si è dimostrato efficace per ben 8 ore dopo il consumo del pasto. Conclusioni Il mantenimento di un adeguato bilancio energetico è fondamentale per un buono stato di salute e per evitare sovrappeso e obesità, due fenomeni in aumento nelle nostre società sedentarie. Il nostro organismo è capace, come in molte altre situazioni (si pensi solo alla temperatura corporea o alla frequenza cardiaca), di regolare finemente la spesa energetica e l’introduzione di energia con la dieta. Tuttavia, anche alla luce delle emergenti osservazioni di fattori che vanno oltre la nostra discrezionalità nel modulare il bilancio energetico, devono essere fatte scelte consapevoli per prevenire o contrastare un deragliamento di questo efficace meccanismo fisiologico. Oltre a rifuggire la vita sedentaria, aumentando la quantità di attività fisica discrezionale, la ricerca nutrizionale ha dimostrato come, per esempio, specifiche scelte alimentari possano contribuire a un aumento della DIT, una strategia potenzialmente vincente nei confronti dell’insorgenza del sovrappeso. Bibliografia Frayn, K. Metabolic Regulation: A Human Perspective. 3rd Edition. Ed. Wiley-Blackwell, 2013 LARN. Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana. IV Revisione. Milano: Ed. SICS, 2014
Scazzina F, Del Rio D, Benini L, et al. The effect of breakfasts varying in glycemic index and glycemic load on dietary induced thermogenesis and respiratory quotient. Nutr Metab Cardiovasc Dis 2011; 21: 121-5
