Quante volte abbiamo sentito parlare in televisione della dieta macrobiotica? Magari spesso, ma sappiamo effettivamente in cosa consiste? Diciamo subito che se siamo golose di dolci o amanti dei barbecue estivi, forse non è proprio il tipo di alimentazione che fa per noi, ma se per una qualche congiunzione astrale dovessimo decidere di approcciare questo particolare modo di mangiare, allora è bene sapere di cosa si tratta e, soprattutto, qual è la filosofia che ha dato origine alla cucina macrobiotica. A ogni modo il buon senso è un prezioso alleato, quindi divieto assoluto di fare di testa propria, ma consultare sempre uno specialista del settore in modo da alimentarsi in maniera sicura e corretta.
In equilibrio tra Ying e Yang, la visione olistica dell’uomo
La dieta macrobiotica, termine di derivazione greca che si può tradurre con grande vita, si basa su una vera filosofia di vita di stampo orientale. Praticata dai monaci buddisti è stata sdoganata in occidente grazie ai consigli alimentari del medico-filosofo conosciuto come Ohsawa. I principi sono abbastanza semplici, si parte dal presupposto che tutto sia governato da due forze, o energie, lo Ying e lo Yang, il cui equilibrio porterebbe a uno stato di salute fisica e mentale. Tutti i cibi possono essere ascrivibili all’una o all’altra energia e, per tanto, bisogna introdurre solo gli alimenti adatti a trovare tale equilibrio. Secondo questa filosofia dovremmo quindi sapere quali cibi scegliere per la nostra dieta macrobiotica, ma non solo, è importante anche come si cucinano e come sono conservati.
Seguendo attentamente questi dettami potremo raggiungere uno stato di equilibrio psico-fisico in un tempo ragionevole. I cibi vanno consumati freschi, crudi o cotti. Divieto assoluto per i conservanti e tutti i tipi di additivi, per cui se stiamo pensando di riesumare le carote dal congelatore lasciamo perdere, andiamo a comprarne delle altre. I prodotti trattati in modo industriale non bisogna nemmeno guardarli, quindi zucchero raffinato addio, ma stessa sorte anche per il miele, dolciumi, caramelle e, no, nemmeno una tic tac. Niente spezie, sigilliamo le boccette di cannella, noce moscata, peperoncino, con buona pace di chi ha origini meridionali e ama questi sapori.
I cibi ammessi dalla dieta macrobiotica, via libera a radici, frutta e liquidi
Ci siamo, è ora di fare la spesa e, se davvero vogliamo provare questo tipo di alimentazione, carta e penna e segniamo tutto l’occorrente. In una dieta macrobiotica si devono privilegiare i cibi che hanno un perfetto equilibrio tra Ying e Yang, quali i cereali non raffinati, riso, orzo, frumento, avena, mais, grano saraceno, segale e miglio.
Via libera anche ai cavoli, in tutte le loro declinazioni, alle rape, cime di rapa, carote, finocchi, ravanelli, scalogno e fagiolini, ma non prendiamo melanzane, peperoni, peperoncini, funghi, patate e pomodori perché dovremo regalarli al vicino di casa.
Si ai legumi, ceci, lenticchie e soia, e, se gradiamo, possiamo anche consumare l’acqua di cottura come bevanda, in quanto ricca di sali minerali. Per una corretta dieta macrobiotica non occorre un’alimentazione totalmente vegetariana, ma a onor del vero va detto che la carne andrebbe consumata proprio di rado.Un po’ più elastica l’assunzione di pesce, naturalmente fresco, per cui se stavamo pensando al tonno in scatola come condimento di una buona insalata di grano saraceno è meglio che rivediamo i nostri programmi culinari. Andiamo a svaligiare il fruttivendolo sotto casa, ma a patto che i suoi prodotti siano biologici. Nella dieta macrobiotica bisogna consumare moltissima frutta, soprattutto di stagione, perciò se Enrico “er fruttarolo” cerca di sbolognarci le banane dell’Equador, rifiutiamo gentilmente. Bere bere bere, questa è la parola d’ordine. Se seguiamo questo regime alimentare dobbiamo introdurre molti liquidi, no al caffè, si a prodotti che vagamente possono ricordarcelo come il Dendelio. Saluti e baci anche al nostro the delle cinque coi biscottini al burro, sostituito da un bicchiere di the verde.
Equilibrio in cucina, si, ma come lo cucino?
I cibi andrebbero cucinati preferibilmente al vapore o, in alternativa, al forno. Se usiamo tegami e padelle in alluminio dovremo procedere a nuovi acquisti, tegami in terracotta o acciaio inox e pirofile.
L’alluminio, oltre a essere tossico, a lungo termine, altera le proprietà dei cibi. Le verdure si possono consumare fritte, oltre che nei modi detti e crude, ma con poco olio. Se invece preferiamo il vapore allora dovremo fare attenzione a lasciar evaporare totalmente i liquidi per una cottura ottimale. La verdura va tagliata a listarelle sottili e la frutta assunta lontano dai pasti per aumentare l’apporto di vitamine.
Dieta macrobiotica, ma perché?
La dieta macrobiotica implica una bassa assunzione di grassi perché predilige il consumo di frutta e verdure, nonché di cibi sani, stagionali e senza conservanti industriali. Da recenti ricerche in campo nutrizionale, questo regime alimentare risulta ottimale soprattutto per chi ha problemi di arteriosclerosi o disturbi vascolari in genere. Sembra essere molto indicato anche per chi soffre di disturbi quali anoressia e bulimia ma, più in generale, è idoneo a chi ha necessità, anche per periodi non eccessivamente lunghi, di liberarsi dalle tossine e di ritrovare una forma fisica e mentale ottimale. Le donne in gravidanza, allattamento e i bambini piccoli devono assolutamente essere seguiti da un medico nutrizionista, ma sarebbe preferibile rimandare l’inizio della dieta macrobiotica a un altro periodo.
In molti casi sono stati infatti segnalati disturbi dipendenti da uno scarso apporto di vitamine e calcio, che andrebbero quindi integrati in modo differente. Se questo tipo di alimentazione ci incuriosisce possiamo provarlo per qualche giorno e decidere se fa per noi, ma senza dimenticare che questo tipo di dieta è solo un aspetto di uno stile di vita sano ed equilibrato, fatto di moderazione e tempi lenti, meditazione e pause di relax. Seguire una dieta macrobiotica e lavorare otto ore di seguito, andare a prendere i bambini all’asilo, portarli in piscina, stirare le camicie del marito e fare la spesa di corsa, forse renderà lo sforzo alimentare vano. Ma allora tanto vale, negli unici 5 minuti di riposo quotidiani, mangiarci una bella, appagante, fetta di torta della nonna?.