La Dieta Oloproteica, efficace nella cura del soprappeso e dell’obesità, continua a riscuotere successo non solo tra le persone che la seguono, ma anche fra la comunità scientifica.
Pensata dal Professor Blackburn e messa a punto dal dottor Giuseppe Castaldo che ha aggiunto alla quantità ritenuta ottimale di proteine, una piccola quantità di carboidrati (30/40 grammi) e di grassi, questa dieta mira a bruciare le cellule adipose sfruttando la fisiologia metabolica. In breve, questo regime alimentare sfrutta la chetosi, cioè il processo che aumenta la velocità del metabolismo rispettando la massa magra del corpo.
Quando si diminuisce l’apporto di glucosio (nostro noto carburante), il nostro organismo non rimane senza energia, ma reagisce attivando il catabolismo dei trigliceridi presenti negli adipociti (cellule del grasso). Attraverso la lipoproteinlipasi, i trigliceridi s’idrolizzano in acidi grassi e glicerolo. Il 40% degli acidi grassi prodotti sono utilizzati nel lavoro muscolare. Il restante 60% subisce una beta-ossidazione a livello epatico con la formazione di Acetil-CoA che a sua volta si trasforma in acetone e acido beta-idrossi-butirrico. Ebbene, questi tre elementi formano i corpi chetonici, proprio quelli da cui il nostro organismo durante la dieta attinge tutta l’energia che gli serve.
La chetosi, dunque, trasforma le cellule adipose in energia costringendole a una rapida scomparsa. Questa specie di carburante di riserva soddisfa l’intero fabbisogno energetico dell’organismo il quale, a sua volta, si adatta alla dieta senza subire mancanze o grossi traumi. Inoltre, dal terzo giorno, grazie proprio alla produzione dei corpi chetonici, non avverte più la sensazione di fame. E se a tutto questo si aggiunge che chi la segue conserva intatto tono muscolare, dinamismo e perché no, anche buonumore, si capisce il perché del successo della Dieta Oloproteica.
Tuttavia è bene puntualizzare che la Dieta Oloproteica, proprio per motivi fisiologici non può essere protratta oltre le tre settimane e presuppone sempre un vigile controllo medico. In ogni caso, prima di prima di approcciarsi a questo regime alimentare, è bene sottoporsi a un’analisi bioimpedenziometrica per valutare la propria composizione corporea (massa grassa, massa magra, liquidi, metabolismo, peso ideale) e avere una stima esatta del proprio stato di nutrizione.