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Diete ufficiose

Creato il 06 marzo 2012 da Lacocchi @laCocchi
Il mio problema con gli uffici è risaputo. Insomma io credo che stare otto ore chiusi dentro un ufficio a ticchettare sia abbastanza malsano.E tra l'altro credo anche che sia piuttosto contro natura, la vita d'ufficio.
No perché chi è che ti vorrebbe far restare seduta otto ore nello stesso posto con la stessa gente a fissare uno schermo, che poi diventiamo tutti di quel colore tendente al giallo piscio o grigio topo.
Poi chi è che ti vorrebbe far stare otto ore a discutere di cosa si mangia in Italia, in Francia, in Spagna, in Marocco, in Burundi. Perché l'unica cosa di cui si parla in ufficio è di cibo.  
Cibo ovunque, sempre cibo.
In ufficio hanno sempre tutti fame, e sono sempre tutti a mangiare, spiluccare, prendere cibo da qualche parte.
Dolci, zuccheri, caramelle, pancakes, torte, patatine, caramelle, biscotti, nutella, cioccolato in ogni forma, panini, pizza, cioccolato di nuovo, cupcakes, che ne so io.
Io non ne posso più. Ogni volta che mi giro in quest'ufficio trovo del cibo che mi guarda. Trovo qualcuno che sta per addentare qualcosa. Trovo un pezzo di cioccolato che mi guarda con espressione triste. Trovo torte da addentare.
E' un'ossessione. Una tragedia. E va tutta nelle chiappe, tra l'altro, sta tragedia.
E' questa la dieta ufficiosa. Che comporta ovviamente ingurgitare un quantitativo di cibo di merda che penso di non aver mai mangiato in vita mia.
Io il MARS non lo mangiavo dai tempi delle scuole medie, ed eccomi qui a scrivere e ticchettare mangiandomi un Mars perchè "Ho voglia di qualcosa di dolce".
Che il Mars, più che dolce, è una botta di zuccheri da farti venire il diabete in 2,1 microsecondi.
A seconda della nazionalità dei miei colleghi, la dieta ufficiosa cambia. Cambia quindi la merda ingurgitata e il momento della giornata in cui viene ingurgitata.
Prendete il mio collega tetesco.
Lui mangia a giorni alterni. Ogni tanto schifezze, ogni tanto cerca di fare il salutista perché sa che mangiare nell'ordine: due tazze di cioccolata calda, cereali, wurstel cotto nel microonde portato in mano dalla cucina alla scrivania, pizza, 4 Kit Kat e una stecca di cioccolata intera potrebbe fargli male.
Allora il giorno dopo fa il salutista. La mattina banana affogata nel latte. E per pranzo insalata ricoperta di maionese, e per spuntino del pomeriggio un vasetto intero di yogurt Activia da 500 grammi con mirtilli e ancora banana.
Io non vorrei dividere il bagno con lui.
Sempre in ambito Germania, la mia collega si mangia solo semini e verdurine che alterna con il mango. Allora un giorno è semini e mango. Un altro giorno è semini e verdurine e mango. E poi semini mango e, grande variazione, avocado. Tutti i giorni. 
A meno che nel weekend non si dia alla pazza gioia, mangiando pizza, carne e cibo di vario genere, non vorrei dividere il bagno nemmeno con lei.
La mia preferita resta la francese. Lei è l'artista della pausa pranzo orrenda, l'artista della dieta ufficiosa. Quella che si mangia due pacchetti di cioccolatini e poi si gira verso di me che mi mangio un Twix e mi dice: "Ma quanti dolci mangi ultimamente?!"
Che si guardasse i baffi che c'ha, si guardasse, invece di guardare cosa mangio io.
Lei è anche quella che mangia la pasta con il ketchup, il riso in busta con il pesto freddo in busta, i noodle nelle bustine, la zuppa in bustina, il risotto in bustina, il sushi in bustina.
E' tutto sotto forma di bustina per lei. Aspetto con ansia il giorno che si imbusterà i baffi.
Dopo la francese c'è la spagnola. Che ho visto l'altro giorno mangiare un piatto delicatissimo e decisamente invitante composto da: riso in bianco in busta, zuppa di pomodoro in scatola che faceva da sugo al riso, numero 2 uova sode. Tutto. Tritato. E. Unito.
E mi ha chiesto pure se ne volevo un po'.
Se dovessi stare qui a nominare tutti i piatti tipici che scorgo ogni volta che vado in pausa pranzo ci metterei una vita e mezza e a voi verrebbe da vomitare. Perché non sapete che cosa possono ingurgitare questi stomaci e che cosa prevede la dieta ufficiosa.
Che poi se ve ne parlassi, vi verrebbe la nausea. Un po' come quella volta che vi ho parlato del  pesce eglefino in zuppa. 
Ed era solo perché non ero ancora a conoscenza della dieta ufficiosa.
Altrimenti non mi sarei mai lamentata del pesce eglefino. MAI.

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