Finalmente!Fatico a concentrarmi, vuoi per l'emozione che per la traboccante stanchezza.Sono passate le canoniche 40 settimane ed il nome su cui avevamo disegnato un volto si è svelato.Gli ultimi 2 giorni e mezzo sono stati un susseguirsi di aspettative e di dolori lancinanti.Tutto è iniziato all'una di notte del 4 di Giugno. Sabrina ha iniziato ad avere i primi prodromi a venti minuti l'uno dall'altro. Precisi, netti, scanditi ma soprattutto dolorosi. I tempi li ricordavamo benissimo e fino a che gli squilli non fossero arrivati ad almeno 5 minuti non avremmo portato Alice Ginevra dalla Nonna. Ogni venti minuti, ogni dieci, ogni sei.... nuovamente ogni venti con pressioni leggere ma prolungate fino a che “Luca guarda!” Sangue scuro! Vestiamo Alice Ginevra e telefoniamo alla Nonna, sono le sette e mezza della mattina del 4 Giugno.Al pronto soccorso c'è la solita fila ma, dopo 4 ore passate tra la coda, la visita ed il tracciato ci rimandano a casa tranquillizzandoci.Il pomeriggio passa tranquillo, con Alice Ginevra serena e la sua Mamma che, appena la Pupattola fa il suo pisolino pomeridiano, invece di riposarsi stira le ultime “quattro cosine” così come dice Sabrina. Io? A 2 ore da casa (tanto per cambiare). Siamo a pezzi, noi, mentre Alice Ginevra è più che mai in forma e, tra giochi e un salto al parco si fanno le nove di sera.Mentre prepariamo la vellutata per Alice Ginevra a Sabrina si ripresentano i dolori. Lunghi ma ancora distanziati l'uno dall'altro di una ventina di minuti.Alle 23 del 5 Giugno, Alice Ginevra crolla, letteralmente. Alle 23 del 5 Giugno Sabrina ha la frequenza ancora sui venti minuti.Iniziamo ad interrogarci sui tempi, su tutto quello che ancora dobbiamo portare alla Nonna nel caso... verso l'una del 6 di Giugno i tempi, tra una contrazione e l'altra, si riducono fino a sei minuti. Ok! L'armata è pronta. Sabrina va in bagno ed io in cucina per preparare i vari titti d'emergenza: acqua, latte, succo.“Sabrina, mi raccomando, dimmi quando iniziano! Ne devo aver saltata una!” Sabrina esce dal bagno e mi guarda perplessa. “No! Ma quanto tempo è passato?” Quasi venti minuti...” le rispondo io. “Allora non erano le contrazioni giuste...” le concludo il ragionamento. Questa volta ci stendiamo sul divano ancora vestiti. Come Sabrina si mette seduta ricominciano gli spasimi. Come Sabrina si siede ancora, io con il cronometro in mano. “Dai, che andiamo a sdraiarci ancora un po'!” Sono le due del 6 di Giugno.Passa una mezzora, se così si può dire, tranquilla. I soliti venti minuti poi... una contrazione ogni sei minuti lunga un minuto e mezzo con dolori che Sabrina considera lancinanti, con le gambe paralizzate, con la pancia che si indurisce come un guscio di tartaruga.Sei minuti e uno, sei minuti e due, sei minuti e tre! Basta! Si porta Alice Ginevra dalla Nonna e si torna al pronto soccorso. Detto fatto! I minuti si accorciano. Dal tragitto parcheggio-Pronto soccorso 3 contrazioni. Nei dieci minuti di attesa, altre quattro. Mi dico “Ci siamo!” Ancora poche ore ed è finita. Sono le tre del 6 Giugno. L'infermiera all'accettazione è la stessa che ci accolse per Alice Ginevra. La stanza per il travaglio è la stessa dove è nata Alice Ginevra. L' Ostetrica è diversa ed anche questa staccherà alle sette. “Non si preoccupi! Con il secondo figlio si fa prima...” sentenzia l'Ostetrica.Dal primo controllo siamo già a tre centimetri. Le contrazioni sono sempre a 6 minuti. Sono le quattro del 6 Giugno. Ancora un controllo. Non c'è stata ulteriore dilatazione. Sono le sette del 6 Giugno.Il cambio di Ostetrica avviene con la puntualità che contraddistingue ogni ospedale. Fine turno ore sette, inizio turno ore sette.Nuova visita e dilatazione a quattro centimetri. Le contrazioni sono ogni tre minuti. Sono le otto del 6 Giugno. Sabrina è distrutta ma prova a recuperare le forze nei pochi minuti che la separano da una contrazione e l'altra. Riesce ad addormentarsi, a volte, per quei pochi istanti che la separano dalla nuova contrazione. Sono le nove del 6 Giugno. Nuova visita e dilatazione ancora a quattro centimetri. Sabrina è stanchissima, al limite dell'umana sopportazione del dolore.L'Ostetrica fa cambiare posizione a Sabrina per l'ennesima volta. Le contrazioni scompaiono. Diventano irregolari. Dieci minuti e ne arriva una fortissima, passano due minuti e la nuova è leggerissima, rispetto alle altre “leggera, niente in confronto alle altre...” Sabrina non fa a tempo a terminare la frase ed ecco la nuova contrazione, quelle che ti spezzano, che ti tolgono il fiato, quelle che non vuoi sopportare e che ti fanno gridare che vuoi un cesareo. Sono le nove e mezza del 6 Giugno.Capiamo che il pronto soccorso ostetrico si è riempito. L'Ostetrica è trafelata. Dentro e fuori dalla stanza, sempre con grandissima professionalità e sicurezza. Un parto gemellare a rischio, altri due parti difficoltosi e il nostro “strano” così lo definiamo noi.Le contrazioni di Sabrina sono tornate ad essere irregolari. Irregolari ma pur sempre ravvicinate. Irregolari ma sempre più dilanianti. Io le sono a lato, con una garza le tengo bagnate le labbra e le asciugo e rinfresco la fronte. In quella stanza fa un caldo “torrido”. Ad ogni contrazione la aiuto mantenendo assieme a lei la lettera A che grida per tutta la durata del dolore. Una coppia canterina, stonata, ma pur sempre una coppia di cantanti.Altro controllo. Otto centimetri. Sono le dieci del 6 Giugno.L'Ostetrica non ce lo dice ma capisco che ha preso la decisione di far partorire Sabrina a tutti i costi. Ha capito che il fisico della neo Mamma è al limite, un limite che non può essere superato.A quanto pare gli altri parti si sono risolti. A quanto pare ora il parto difficoltoso è il nostro.Sabrina si mette in posizione e l'Ostetrica “vigliaccamente” le completa la dilatazione. Le contrazioni scompaiono. Per noi, un attimo di panico. Per l'Ostetrica una nuova soluzione da trovare.“Ruoti sul fianco sinistro...” La richiesta dell'Ostetrica. Le contrazioni riprendono. “Si metta in posizione...” Le contrazioni cessano. Leggo nello sguardo dell'Ostetrica un po' di perplessità.Sabrina è al limite, distrutta, devastata. Sono le dieci e mezza del 6 Giugno. Sono oltre 50 ore che nè io nè Sabrina dormiamo.“Sabrina, vuoi provare a partorire dallo sgabello? Chissà che cambiando location non riparta il tutto... Poi, sai com'è... la forza di gravità aiuta...” L'Ostetrica approva e prepara il tutto. Sono passati tre anni da quando avevamo visto in un video quel tipo di parto. Sabrina sullo “sgabello” ed io alle sue spalle a reggerla durante lo sforzo, durante le spinte finali.Sono le dieci e cinquantadue del 6 Giugno e Athena Giada piange serena.La forza delle donne, il loro orgoglio, la loro potenza, la loro bellezza.Si deve partorire ma, un filo di trucco ci vuole. Quei quattro peluzzi, come dice Sabrina, devono essere tolti. Quei quattro peluzzi che vede solo lei. Si deve essere sempre presentabili, in forma.Ma dietro quel filo di trucco c'è una donna che non ha dormito per più di 50 ore e nei giorni prima si alzava ogni due ore per fare la pipì. Dietro quel filo di trucco c'è una Mamma che ha stirato, che ha preparato la pappa, che ha giocato con Alice Ginevra sempre con la serenità che la contraddistingue. Dietro a quel filo di trucco c'è una Donna con i suoi difetti ma con i suoi innumerevoli pregi. Dietro a quel filo di trucco c'è la mia Donna, la Mamma di Alice Ginevra e di Athena Giada.Dietro quel filo di trucco c'è tutta la forza delle donne.Dietro a quella forza e a quel filo di trucco c'è Sabrina.
Finalmente!Fatico a concentrarmi, vuoi per l'emozione che per la traboccante stanchezza.Sono passate le canoniche 40 settimane ed il nome su cui avevamo disegnato un volto si è svelato.Gli ultimi 2 giorni e mezzo sono stati un susseguirsi di aspettative e di dolori lancinanti.Tutto è iniziato all'una di notte del 4 di Giugno. Sabrina ha iniziato ad avere i primi prodromi a venti minuti l'uno dall'altro. Precisi, netti, scanditi ma soprattutto dolorosi. I tempi li ricordavamo benissimo e fino a che gli squilli non fossero arrivati ad almeno 5 minuti non avremmo portato Alice Ginevra dalla Nonna. Ogni venti minuti, ogni dieci, ogni sei.... nuovamente ogni venti con pressioni leggere ma prolungate fino a che “Luca guarda!” Sangue scuro! Vestiamo Alice Ginevra e telefoniamo alla Nonna, sono le sette e mezza della mattina del 4 Giugno.Al pronto soccorso c'è la solita fila ma, dopo 4 ore passate tra la coda, la visita ed il tracciato ci rimandano a casa tranquillizzandoci.Il pomeriggio passa tranquillo, con Alice Ginevra serena e la sua Mamma che, appena la Pupattola fa il suo pisolino pomeridiano, invece di riposarsi stira le ultime “quattro cosine” così come dice Sabrina. Io? A 2 ore da casa (tanto per cambiare). Siamo a pezzi, noi, mentre Alice Ginevra è più che mai in forma e, tra giochi e un salto al parco si fanno le nove di sera.Mentre prepariamo la vellutata per Alice Ginevra a Sabrina si ripresentano i dolori. Lunghi ma ancora distanziati l'uno dall'altro di una ventina di minuti.Alle 23 del 5 Giugno, Alice Ginevra crolla, letteralmente. Alle 23 del 5 Giugno Sabrina ha la frequenza ancora sui venti minuti.Iniziamo ad interrogarci sui tempi, su tutto quello che ancora dobbiamo portare alla Nonna nel caso... verso l'una del 6 di Giugno i tempi, tra una contrazione e l'altra, si riducono fino a sei minuti. Ok! L'armata è pronta. Sabrina va in bagno ed io in cucina per preparare i vari titti d'emergenza: acqua, latte, succo.“Sabrina, mi raccomando, dimmi quando iniziano! Ne devo aver saltata una!” Sabrina esce dal bagno e mi guarda perplessa. “No! Ma quanto tempo è passato?” Quasi venti minuti...” le rispondo io. “Allora non erano le contrazioni giuste...” le concludo il ragionamento. Questa volta ci stendiamo sul divano ancora vestiti. Come Sabrina si mette seduta ricominciano gli spasimi. Come Sabrina si siede ancora, io con il cronometro in mano. “Dai, che andiamo a sdraiarci ancora un po'!” Sono le due del 6 di Giugno.Passa una mezzora, se così si può dire, tranquilla. I soliti venti minuti poi... una contrazione ogni sei minuti lunga un minuto e mezzo con dolori che Sabrina considera lancinanti, con le gambe paralizzate, con la pancia che si indurisce come un guscio di tartaruga.Sei minuti e uno, sei minuti e due, sei minuti e tre! Basta! Si porta Alice Ginevra dalla Nonna e si torna al pronto soccorso. Detto fatto! I minuti si accorciano. Dal tragitto parcheggio-Pronto soccorso 3 contrazioni. Nei dieci minuti di attesa, altre quattro. Mi dico “Ci siamo!” Ancora poche ore ed è finita. Sono le tre del 6 Giugno. L'infermiera all'accettazione è la stessa che ci accolse per Alice Ginevra. La stanza per il travaglio è la stessa dove è nata Alice Ginevra. L' Ostetrica è diversa ed anche questa staccherà alle sette. “Non si preoccupi! Con il secondo figlio si fa prima...” sentenzia l'Ostetrica.Dal primo controllo siamo già a tre centimetri. Le contrazioni sono sempre a 6 minuti. Sono le quattro del 6 Giugno. Ancora un controllo. Non c'è stata ulteriore dilatazione. Sono le sette del 6 Giugno.Il cambio di Ostetrica avviene con la puntualità che contraddistingue ogni ospedale. Fine turno ore sette, inizio turno ore sette.Nuova visita e dilatazione a quattro centimetri. Le contrazioni sono ogni tre minuti. Sono le otto del 6 Giugno. Sabrina è distrutta ma prova a recuperare le forze nei pochi minuti che la separano da una contrazione e l'altra. Riesce ad addormentarsi, a volte, per quei pochi istanti che la separano dalla nuova contrazione. Sono le nove del 6 Giugno. Nuova visita e dilatazione ancora a quattro centimetri. Sabrina è stanchissima, al limite dell'umana sopportazione del dolore.L'Ostetrica fa cambiare posizione a Sabrina per l'ennesima volta. Le contrazioni scompaiono. Diventano irregolari. Dieci minuti e ne arriva una fortissima, passano due minuti e la nuova è leggerissima, rispetto alle altre “leggera, niente in confronto alle altre...” Sabrina non fa a tempo a terminare la frase ed ecco la nuova contrazione, quelle che ti spezzano, che ti tolgono il fiato, quelle che non vuoi sopportare e che ti fanno gridare che vuoi un cesareo. Sono le nove e mezza del 6 Giugno.Capiamo che il pronto soccorso ostetrico si è riempito. L'Ostetrica è trafelata. Dentro e fuori dalla stanza, sempre con grandissima professionalità e sicurezza. Un parto gemellare a rischio, altri due parti difficoltosi e il nostro “strano” così lo definiamo noi.Le contrazioni di Sabrina sono tornate ad essere irregolari. Irregolari ma pur sempre ravvicinate. Irregolari ma sempre più dilanianti. Io le sono a lato, con una garza le tengo bagnate le labbra e le asciugo e rinfresco la fronte. In quella stanza fa un caldo “torrido”. Ad ogni contrazione la aiuto mantenendo assieme a lei la lettera A che grida per tutta la durata del dolore. Una coppia canterina, stonata, ma pur sempre una coppia di cantanti.Altro controllo. Otto centimetri. Sono le dieci del 6 Giugno.L'Ostetrica non ce lo dice ma capisco che ha preso la decisione di far partorire Sabrina a tutti i costi. Ha capito che il fisico della neo Mamma è al limite, un limite che non può essere superato.A quanto pare gli altri parti si sono risolti. A quanto pare ora il parto difficoltoso è il nostro.Sabrina si mette in posizione e l'Ostetrica “vigliaccamente” le completa la dilatazione. Le contrazioni scompaiono. Per noi, un attimo di panico. Per l'Ostetrica una nuova soluzione da trovare.“Ruoti sul fianco sinistro...” La richiesta dell'Ostetrica. Le contrazioni riprendono. “Si metta in posizione...” Le contrazioni cessano. Leggo nello sguardo dell'Ostetrica un po' di perplessità.Sabrina è al limite, distrutta, devastata. Sono le dieci e mezza del 6 Giugno. Sono oltre 50 ore che nè io nè Sabrina dormiamo.“Sabrina, vuoi provare a partorire dallo sgabello? Chissà che cambiando location non riparta il tutto... Poi, sai com'è... la forza di gravità aiuta...” L'Ostetrica approva e prepara il tutto. Sono passati tre anni da quando avevamo visto in un video quel tipo di parto. Sabrina sullo “sgabello” ed io alle sue spalle a reggerla durante lo sforzo, durante le spinte finali.Sono le dieci e cinquantadue del 6 Giugno e Athena Giada piange serena.La forza delle donne, il loro orgoglio, la loro potenza, la loro bellezza.Si deve partorire ma, un filo di trucco ci vuole. Quei quattro peluzzi, come dice Sabrina, devono essere tolti. Quei quattro peluzzi che vede solo lei. Si deve essere sempre presentabili, in forma.Ma dietro quel filo di trucco c'è una donna che non ha dormito per più di 50 ore e nei giorni prima si alzava ogni due ore per fare la pipì. Dietro quel filo di trucco c'è una Mamma che ha stirato, che ha preparato la pappa, che ha giocato con Alice Ginevra sempre con la serenità che la contraddistingue. Dietro a quel filo di trucco c'è una Donna con i suoi difetti ma con i suoi innumerevoli pregi. Dietro a quel filo di trucco c'è la mia Donna, la Mamma di Alice Ginevra e di Athena Giada.Dietro quel filo di trucco c'è tutta la forza delle donne.Dietro a quella forza e a quel filo di trucco c'è Sabrina.
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