Magazine Attualità

Dietro i “bonus” per qualcuno, c’è una fregatura per tutti

Creato il 13 dicembre 2015 da Capiredavverolacrisi @Capiredavvero

Dopo gli 80 euro del 2014 per i lavoratori con reddito più basso, arrivano gli 80 euro per i poliziotti e i 500 euro una tantum per chi compie 18 anni d’età. La politica fiscale del governo Renzi sembra la politica degli spot pubblicitari. Non solo. Con una mano (pubblicamente) l’esecutivo dà, con l’altra mano (di nascosto) toglie: rinviato il taglio delle aliquote Irpef per tutti, e rinviata pure la diminuzione dell’Ires per le imprese, per coprire il deficit aggiuntivo arriveranno altre tasse.

Nel 2014 ci furono gli ormai famosi 80 euro per i redditi più bassi, quelli inferiori ai 1.500 euro mensili. Il loro annuncio portò fortuna alle elezioni europee di quell’anno, e così adesso il governo Renzi, invece di impegnarsi in un’opera di riduzione degli sprechi e della spesa pubblica, accompagnata da una riduzione delle tasse per tutti, ha deciso di replicare quel metodo elettoralistico. La politica fiscale dell’esecutivo, dunque, rischia di diventare una politica degli spot pubblicitari. Ieri è toccato ai lavoratori con reddito più basso, poi è stata la volta dei pensionati cui la scorsa estate è stata attribuita una somma forfettaria, anch’essa chiamata “bonus” mentre era soltanto la restituzione parziale di mancati adeguamenti dell’assegno pensionistico degli scorsi anni. Il metodo sembra piacere così tanto a Palazzo Chigi, che in questa legge di Stabilità in corso di approvazione in Parlamento sono stati preparati pure un “bonus” di 80 euro per gli appartenenti alle forze dell’ordine e un “bonus” per chiunque compia 18 anni d’età.

 A qualcuno sarà già venuto in mente Achille Lauro, l’armatore e politico napoletano che per essere eletto nella sua città inventò un nuovo tipo di voto di scambio: prima del voto regalava una scarpa sinistra, poi la scarpa destra arrivava soltanto a vittoria avvenuta. Renzi invece giura che queste ultime misure servono per rafforzare la sicurezza contro il terrorismo e per irrobustire la battaglia culturale contro l’islamismo radicale che lo ispira. A colpi di bonus? Andiamo bene! La professoressa Sofia Ventura, sul suo blog, ha spiegato perché anche volendo prendere sul serio questi annunci, essi sarebbero da giudicare come ridicoli e inconcludenti nel merito: “Immaginiamo che in una scuola superiore ci siano 5 ultime classi, 100 studenti di diciotto anni. 500 (bonus previsto dal nostro per ogni diciottenne) per 100 fa 50mila. 50mila euro. Magari con quei soldi si può allestire una ricca biblioteca; riparare, se vi è bisogno, o meglio attrezzare la palestra; fare un bel piano di gite culturali; acquistare nuovo materiale didattico; rafforzare l’insegnamento linguistico; etc. etc. etc. Cioè, si possono fare cose di cui tutti gli studenti possono usufruire e che in alcuni casi potranno durare nel tempo”.

 Tuttavia è perfino poco dire che il bonus in questione sia “inutile” per raggiungere gli obiettivi annunciati nella solita pirotecnica conferenza stampa. Il punto fondamentale è che questo tipo di politica è una presa in giro per tutti gli italiani che pagano le tasse. In sostanza infatti il governo distribuisce piccoli favori temporanei ad alcuni gruppi – prima i lavoratori a basso reddito, poi i pensionati, poi i poliziotti, poi i 18enni – facendoli in questo modo sentire dei “privilegiati”, seppure per poco tempo. Privilegiati, si intende, perché lo Stato generoso elargisce alcune concessioni. Questo è il messaggio che passa con più forza.

Dopodiché si omette di dire che ciò che lo Stato concede con una mano a qualcuno, con l’altra lo toglie a tutti. In queste ore, per esempio, mentre annuncia il bonus per poliziotti e 18enni, il governo ha fatto sapere che rinvierà il taglio che aveva promesso dell’Ires, cioè la tassazione sul reddito d’impresa. Peccato che in Italia la ripresa resta debole e la disoccupazione rimane elevata proprio a causa dell’elevatissima pressione fiscale generale e in particolare a causa dell’inferno che ogni piccola-media azienda deve affrontare quando si tratta di rivolgersi all’Agenzia delle Entrate . E mentre si allontana nel tempo l’annuncio degli 80 euro per i redditi più bassi, quest’anno il governo ha trovato un modo per nascondere al contribuente un balzello piuttosto fastidioso del valore di 100 euro, come si evince dalla nuova regola del canone Rai nella bolletta elettrica. Il panem et circenses, applicato alla spesa pubblica e alle tasse, è da sempre una cattiva notizia per i contribuenti.

Condividi

FacebookTwitterLinkedInEmail • RSS • Print

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog