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Dietro i candelabri: Soderbergh racconta

Creato il 23 dicembre 2013 da Emeraldforest @EmeraldForest2

Recensione Dietro i candelabri, Steven Soderbergh

Dietro i candelabri è il racconto degli ultimi anni di vita del famosissimo pianista e musicista Liberace (Michael Douglas), l’artista più pagato al mondo negli anni cinquanta e settanta, il tutto sotto il punto di vista del suo amante e autista Scott Thornson (Matt Demon) che visse con lui molti anni. Questa ultima fatica di Steven Soderbergh prende vita- per cause di forza maggiore dato che nessuno studio hollywoodiano vuole produrlo in quanto “troppo gay” – come Film Tv grazie alla HBO, ma in realtà era stato scritto e previsto per le sale cinematografiche.

Alla fine si può dire che Dietro i candelabri ha avuto la sua rivincita visto che è stato selezionato a Cannes 2013, ha vinto diversi premi ed è altamente apprezzato, sia dalla critica che dal pubblico. Il particolare titolo prende il nome dai candelabri che durante gli spettacoli Liberace era solito tener posizionati come scenografia sopra il pianoforte e che erano divenuti ormai il suo marchio distintivo assieme agli incredibilmente brillanti e sfarzosi vestiti che sfoggiava.

La bravura e naturalezza di M. Douglas e M. Demon sono innegabili: non c’è davvero mai un attimo in cui escano dal personaggio, nonostante la discreta controversità dei ruoli rivestiti. La figura di Liberace non ne esce particolarmente bene dato il suo rifiuto pubblico della propria omosessualità, ma nemmeno il compagno Thornson visto il plagio e i cambiamenti (anche fisici) che si fa imporre, fatto che però risulta maggiormente comprensibile e giustificabile se si considera che nella realtà quest’ultimo aveva una ventina d’anni scarsa all’epoca dei fatti (Demon sembra inevitabilmente più grande) e che la differenza di età era davvero molto grande in questa relazione.

Colpisce l’ironia con cui viene affrontata la storia, che ha accenni comici oltre che sentimentali e relazionali. L’acutezza della regia di Soderbergh è quella di sempre, nonché il montaggio, curato sempre dal regista ma sotto pseudonimo, non lascia un tempo morto e soprattutto non lascia niente al caso, valorizzando un ottimo adattamento dell’omonimo libro biografico scritto da Thornson. Il finale poi è davvero molto riuscito e inaspettato: le già belle musiche della colonna sonora arrivano ad un giustificatissimo climax.

Dietro i candelabri è decisamente una delle più gradevoli sorprese di quest’anno. Da non perdere, soprattutto in lingua originale se possibile.



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