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Ultimamente mi è capitato di leggere uno dei romanzi pulp più belli ed intriganti degli ultimi tempi: Dietro le sbarre di Allan Guthrie, edito da Revolver libri. Protagonista della storia è Nick Glass, giovane secondino di una prigione scozzese, la cui vita inizia a scivolare inesorabilmente verso gli abissi più profondi dell'inferno in terra non appena alcuni detenuti lo costringono - minacciando la sua famiglia - a diventare un corriere della droga nella stessa prigione in cui lavora. Non vi sto a raccontare il resto della trama - piena di colpi di scena come nei migliori noir - anche perchè non mi sono mai piaciuti gli spoiler: quello che vi basta sapere è che Guthrie è un duro, uno che con le parole ci sa fare, e il suo Dietro le sbarre è un libro di quelli che non ti dimentichi. Con un uso sapiente delle ellissi narrative e un linguaggio crudo, estremamente realistico, Guthrie ci scaraventa all'interno dell'ambiente carcerario come pochi scrittori hanno saputo fare, narrandoci un mondo a parte in cui crudeltà, paure e psicopatie varie scandiscono la vita di tutti i giorni. Definirlo semplicemente un romanzo pulp, a dire il vero, non rende del tutto onore - con tutto il rispetto che ho per questo genere letterario - ad una storia che esplora i meandri della psiche umana come pochi noir riescono a fare; Dietro le sbarre non è un semplice pulp-noir, e per capirne la profondità, lo spessore narrativo, bisogna arrivare fino all'ultima pagina... un compito semplicissimo, del resto, dato che il romanzo di Guthrie si legge tutto d'un fiato.
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