“La filosofia, fintanto che una goccia di sangue ancora pulserà nel suo cuore assolutamente libero, dominatore dell’universo, griderà sempre agli avversari con Epicuro: «empio non è colui che nega gli dèi del volgo, ma colui che attribuisce agli dèi i sentimenti del volgo». La filosofia non fa mistero di ciò. La confessione di Prometeo: «a dirti in breve, io tutti aborro i numi», è la sua propria confessione, la sentenza sua propria contro tutte le divinità celesti e terrestri che non riconoscono come suprema divinità l’autocoscienza umana. Nessuno può starle a fianco. Alle tristi lepri marzoline, che gioiscono dell'apparentemente peggiorata condizione civile della filosofia, essa replica quanto Prometeo replica al servo degli dèi Ermete: «…io, t’assecura, / non cangerei la mia misera sorte con la tua servitù. / Meglio d’assai lo star qui ligio a questa rupe io stimo, / che fedel messaggero esser di Giove». Prometeo è il più grande santo e martire del calendario filosofico”.
- Karl Marx: Differenza tra le filosofie della natura di Democrito e di Epicuro -