Difficile dire di quest'altra due giorni romana. Sempre per l'università, a un anno di distanza. Tutto per acchiappare un sogno, il sogno di un Icaro pigro. Casa di mia zia è sempre allo stesso posto, tanto che comincio a riconoscere la fermata giusta dell'8. Ed è sempre la stessa anche una volta che ci sei dentro, col divano rosso degli ospiti non proprio comodissimo, e i bastoncini d'incenso, e le cucine biologiche, e i discorsi di politica. E io, mi godo ancora Trastevere col passeggio serale, e una città sempre più incupita che cerca di dimenticare l'invasione degli Alemanni concentrandosi su quella delle americane scosciate. E questa potrebbe essere una buona occasione per vedere cosa di me è cambiato in un anno. Ma non voglio pensarci. Voglio solo andare avanti. Non come un suicida, ma come se dal ciglio di questo burrone si possa spiccare il volo.