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Diffidenza

Creato il 24 giugno 2011 da Pioggiadinote

Diffidenza

Ho avuto un cane che guardandosi allo specchio riusciva a riconoscere non proprio sé medesimo – non possedeva coscienza della propria identità fino a quel punto – ma un suo simile, un altro cane,  e si stupiva anche riconoscendo figure umane molto simili a quelle che lo circondavano.

Io non so a quale età ho imparato a riconoscere la mia immagine specchiata, ma per gli umani diciamo evoluti – dotati di strumenti capaci di riflettere o semplicemente curiosi di ammirare le immagini riverberate nelle acque di qualche limpido corso d’acqua come Narciso insegna – si tratta di una cognizione molto precoce, data presto per scontata.

Certi sono tanto affascinati dalla propria immagine da restarne in contemplazione rapiti, altri invece  rimangono dubbiosi, assorti nell’incertezza, come imbronciati; o peggio strillano indemoniati come la regina di Biancaneve - da cui la nota sindrome - quando ne disapprovano del tutto l’evidenza; oppure, in uno stadio evolutivo ancora “primitivo”, ne sono spaventati, non essendo in grado di associare alla propria identità quello che vedono.

E io mi chiedo se queste reazioni di natura “primitiva” non possano essere assimilate a quelle di adulti senzienti che si trovano di fronte a manifestazioni volontarie o involontarie della propria identità più profonda, nel suo rivelarsi continuamente, nel tempo e in ogni luogo, in un processo di naturale metamorfosi oppure anche solo di evoluzione nella conoscenza di sé. E mi domando se quella paura – derivata proprio dal mancato riconoscimento, dalla diffidenza -  non rappresenti, quando resta insuperata, un sintomo d’involuzione.

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