Ultimamente trovo l’argomento “politica italiana” parecchio indigesto.
Eppure, vi dirò, ho scoperto che con qualche intelligente aggiustamento si riesce a renderlo quasi gradevole.
Vi faccio un bell’esempio.
Prendiamo la sigla* di Ballarò – programma che, insieme a Servizio Pubblico, da diverso tempo mi rifiuto di guardare – e diamola in pasto al Santo Patrono di tutti i trombettisti, il bravo Fabrizietto Bosso.
«Scribacchina! Ancora Bosso? E piantala, non se ne può più!»
… E va bene, cari soliti lettori: prometto solennemente che per almeno due mesi non nominerò più il trumpet hero – perlomeno, non qui sul blog
Comunque, torniamo alla sigla del programma politico di Rai3.
La versione originale mi fa venire in mente il faccione con le orecchie XXL e il sorriso di plastica del Berlusca (o di madama Santanché: sempre plastica è).
La versione di Bosso – cose dell’altro mondo – cancella quei visi finti, zittisce le voci senz’anima di centrodestra/centrosinistra e spazza via tutte le brutture legate in maniera (apparentemente) indissolubile al tema della sigla di Ballarò.
Ascoltare per credere: