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Digestione difficile /Giallo Tanzania

Creato il 06 novembre 2014 da Marianna06

 

   

Disegno-di-pesce-colorato

 

Se c’è qualcosa di digeribile è mangiare del pesce persico cucinato al forno con un buon contorno di patate e verdurine lesse.

Henning ,che è notoriamente per gli amici un buongustaio,  lo suggerisce spesso alla sua cuoca che, per altro, lo prepara, quasi sempre, divinamente.

Tanto d’essersi meritata più volte  in pubblico dal padrone, quasi fosse la “legion d’onore”, l’appellativo indiscusso di “mani di fata”.

Questa volta però,terminato il pranzetto, Kurt e Henning hanno grosse difficoltà di digestione.

E il motivo c’è .

E il pesce persico non c’entra proprio per niente.

Henning , già sulla frutta, ha cominciato a raccontare  all’amico una strana storia. Quella di un certo comitato d’affari locale, gestito da un uomo potente della città.

Un uomo, lo stesso che avrebbe convogliato direttamente da Canton, un bello o brutto giorno, il dottor Wung fino all’ospedale di Dar es Salaam.

E che teneva e tiene ,da anni, in scacco Julius, il direttore, che era ed è obbligato al silenzio, in quanto, per soddisfare i suoi vizietti, è sul suo libro-paga.

Lo scrittore non ne svela l’identità all’amico ma è chiarissimo che ne sa più di quanto non dia a vedere.

Kurt , per mestiere, drizza le antenne e da quell’istante non lo lascia più tranquillo.

 

Posso sapere di chi si tratta? Lo conosco?- domanda.

Lo abbiamo forse già incontrato? – insiste.

Kurt, per il momento è meglio che tu non sappia. – risponde Henning.

Ed è sereno ma deciso.

Sapere un nome- continua – non ti servirebbe a molto. Dobbiamo, semmai, trovare il modo d’incastrarlo e, perché così sia, ci vuole qualcuno che ci conduca direttamente da lui e ci dia l’opportunità di coglierlo in flagranza di reato. Con le mani nel sacco. Occorrono prove.

 

E giù a sciorinare tutta la corruzione possibile e immaginabile dei potentati locali.

I traffici illeciti: droga  e avorio, per esempio.

Per tacere del commercio di preziosi e  della tratta d’esseri umani. E cioè donne giovanissime e bambini d’ogni età.

E i viaggi sotto copertura che sono bidirezionali. Dalla Cina al Tanzania e viceversa.

E, sempre, Henning, che ha una notevole voglia di cominciare ad andare a caccia, non meno  di Kurt, si lascia sfuggire,dopo un buon sorso di cognac della casa,che lui ritiene altamente digestivo e che non sostituirebbe con nessun altro intruglio, il nome del figlio maggiore di K.

Pare- bisbiglia a Kurt- che per una certa storia di donne e  di droga abbia messo in grossi guai suo padre. Poteva minarne la reputazione. Capisci?

E, ancora, è notorio-aggiunge e scandisce  bene le parole-  che ci siano voluti parecchie migliaia di dollari per insabbiare tutta la faccenda.

E, soprattutto, per rabbonire i media locali, che avrebbero guazzato molto  volentieri nel “brodetto” dello scandalo. Meglio di un bel pescione gustoso.

 

Kurt però ,ad un tratto, dato uno sguardo all’orologio, decide , dopo aver ringraziato, che è ora di accomiatarsi da Henning e di andare a casa per riorganizzare le idee.

Poche e sparute certo ma indispensabili (se in ordine) per avviare un novello piano per  la nuova indagine.

E, tra queste ideuzze poi… ce n’è anche una mezza, decisamente allettante, di trascorre la serata e la notte con Zoe e, infine, di fare anche quella telefonata, sempre rimandata, a sua figlia a Ystad, per informarla del ritardo nel rientro e dei nuovi possibili scenari ,che si sono riaperti laggiù.

 

   (continua…)

         a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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