Nonostante il mio amore per l’arte contemporanea sia un fiore sbocciato da poco, sono molto orgoglioso di esser stato tra i fortunati presenti all’inaugurazione di “Digitalife2” svoltasi ieri all’ex Gil a Roma. L’evento, che ha tentato di ripetere il successo della prima edizione (a cui però non ho preso parte), è stato segnato da un discreto afflusso di persone accorse da ogni dove per un’esposizione non così comune nella capitale. Con grande stupore, sono riuscito a filmare alcuni spezzoni e a riproporveli (ovviamente il taglio è amatoriale, ma potete farvi un’idea di quello che vi aspetta). Molte le sorprese, molte le cose che colpiscono: dal 3d si passa rapidamente ad istallazioni di vario genere, a composizioni musicali, a video. Sì, proprio “video” sembra essere la parola chiave di questa edizione e il media che ha saputo catturare di più l’attenzione dei presenti.
Ho trovato l’esperienza altamente formativa e proficua: l’impatto con istallazioni così avveniristiche che si distaccano di molto dal concetto tradizionale di arte mi ha particolarmente colpito. Tuttavia, tra gli umori della sala che sono riuscito a cogliere prevalgono, con mio grande stupore, i “niente di che” ed i “già visto” che mi hanno fatto capire di quanta esperienza io necessiti ancora. Unica nota dolente che ho effettivamente riscontrato è che l’esposizione è abbastanza piccola: il tanto spazio espositivo rimasto vuoto poteva sicuramente essere utilizzato in modo migliore.
Non mi pronuncio in merito agli artisti (tanti e differenti: Abramovic, Kurokawa, La Spada, Marclay, Masbedo, Quayola, Spanò, BCAA….): non sono qualificato per farlo (e non mi va) ma la commistione di esperienze diverse contribuisce sicuramente ad un effetto “totale” sullo spettatore.
Consigliata? Sì, consigliata! Per una volta vivere la città millenaria significa buttare uno sguardo al futuro, e che futuro!
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