La loro presenza caratterizza i centri da 50 mila abitanti in su e dunque città come Verona, Brescia, Catania, Milano, Roma, Torino, Genova, Venezia, Bologna, Napoli e Palermo ed adesso Gorizia.
Ormai stiamo assistendo ad una progressiva delegittimazione della Costituzione e della vigente normativa in materia di sicurezza sociale. Con la pratica degli atti amministrativi e dei decreti si stanno infatti mortificando i principi costituzionali secondo i quali tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge (art. 3 Cost.) e devono vedersi garantito dallo Stato il diritto alla salute (art. 32) al diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro, (art. 36) al mantenimento, nei casi di invalidità (art. 38) e non dimentichiamoci che l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro (art.1). Tutto ciò avviene nonostante il fatto che questi principi siano attuati da ben precise norme legislative quali: la riforma sanitaria, le leggi istitutive della pensione di invalidità civile, dell’indennità di accompagnamento e della pensione sociale, nonché la legge che regola le integrazioni degli importi pensionistici minimi.
Ormai le discriminazioni cui sono fatti oggetto la classe più povera dei Cittadini Italiani e non autosufficienti, ai quali vengono negate non solo prestazioni sanitarie direttamente e gratuitamente erogate dal Servizio sanitario nazionale, ma addirittura un tetto sopra la testa o un lavoro, tanto sbandierato in Costituzione tanto da esserne il primo articolo, sono sotto gli occhi di tutti. Questi “ammalati di Stato” vengono scaricati come fossero un pacco postale e trattati come materiale scaduto e perciò da gettare. Invece lo stesso Stato che dovrebbe tutelarci apre le porte agli immigrati facendo si che essi vedano l’Italia come “la Terra promessa” mentre invece è una terra dove il Cittadino Italiano se non ha un lavoro è lasciato ai margini e viene buttato in discarica.
La povertà di massa, depurata sempre più dei suoi aspetti eclatanti di miseria assoluta, riguarderebbe oggi l’12,6% dell’intera popolazione, cui andrebbe un altro 7,9% di cittadini che, pur non essendo miseri, sono soggetti a notevoli disagi economici.
Io penso che se si vuole davvero aiutare qualcuno non bisogna regalargli una vita migliore, o mettergli tra le mani due spiccioli, ma bisogna offrirgli un lavoro che gli dia la possibilità di migliorare la sua vita, di sentirsi fiero del suo lavoro e del suo contribuire alla crescita della nazione.
Lasciatemi fare una considerazione: perché ci si ostina a tutti i costi a volere fare la riforma del Senato senza prima avere affrontato le riforme che potrebbero portare un sistema Italia migliore?