Il terrorismo fai da te mi inquieta molto. Quanti disgraziati, frustrati, pazzi, sfigati, poveracci… ci sono sulla terra? Milioni di milioni come le stelle. Un potenziale esercito diffuso e incontrollabile. E’ non c’è bisogno di addestramento quindi di soldi per le armi, queste possono facilmente trovarsi nel cassetto degli attrezzi o in cucina, c’è bisogno di una motivazione forte che riscatti l’immagine del disperato di turno in quella di un martire o di un vendicatore. Al Qaeda fornisce questa possibilità di riscatto. Il movente per compiere atti che altrimenti sarebbero più difficili da compiere. Una strategia di terrorismo straordinariamente efficace, perché la paura troverebbe spazio ovunque, mentre il controllo sarebbe pressoché nullo. Il nemico sono potenzialmente tutti coloro che sono diversi da me. Come non cadere in questa trappola micidiale? Secondo me due sono le vie: la prima non cedere alla paura, la seconda cercare di cambiare il concetto di successo individuale. Non avere paura del diverso e cercare di integrarlo nel modo migliore possibile per farne un alleato contro il terrorismo. Lavorare per mitigare le grandi differenze sociali e considerare la qualità della vita misurandola più sull’essere che sull’avere e dell’apparire. Sintomatico infatti che il terrorista si fosse lasciato riprendere da una telecamera, svelando così la propria identità. Per lui era più importante mostrarsi al mondo, uscire dall’ombra cupa della sua vita che difendersi nell’anonimato. Purtroppo ci saranno altri disperati che emuleranno questo episodio, non lasciamoci sconfiggere.
