E io che pensavo di essere un figa coni miei tre figli maschi.Certo, lo so che ci sono anche quelleche ne hanno 4, magari tutti maschi pure loro, però vabbè quellesono eroiche, o delle fighe pazzesche, e io sono di indole modesta.So che ci sono anche donne che ne hannoaddirittura 5 di figli, ma quelle sono casi sospetti... L'altra sera però sono venuti a cenada noi un nostro amico-amicissimo e la sua nuova fidanzata, Sara.Chiacchiera che ti chiacchiera, a uncerto punto si nomina la famiglia Bradford (mito della maggior partedelle ragazzine della mia generazione di figli unici o quasi) e vedoapparire sorrisini complici sul viso dei due piccioncini.Scopro così che io non sono nessuno.Che sono una dilettante dellamaternità,che posso pure darmi all'ippica, che neanche volendo potrei mairaggiungere certe vette (anche perché sono fuori tempo massimo).Sara mi spiega: «Il fatto è che iosono la quarta di undici figli. Mia mamma ha avuto quattro femmine,poi tre maschi, e poi altre quattro femmine. La mia sorella piùpiccola, Benedetta, ha 12 anni, proprio come tuo figlio Simone».Niente, io impazzisco. Inizio a tormentarla con duecentodomande al minuto, voglio i nomi, le età, voglio che mi raccontidell'organizzazione, dei ruoli, delle affinità, dei litigi, delleatmosfere, della sua mamma, del suo papà, della casa, dei vestiti,dei compiti, dei pranzi e delle cene, voglio che mi faccia capirecome si vive, come si cresce in una famiglia così. Ed è strano perché non so se mi vieneda immedesimarmi di più in Sara, che è più giovane di me macomunque adulta e mia ospite, o in sua madre, più anziana di me, mamica poi tanto e, come me, madre, anche se moooooolto più di me.Quella sera, prima di addormentarmi,penso a questa donna con i suoi 11 figli, me la immagino, provo a incarnarla, aesserla, per la pura curiosità di sentire tutto quell'amore e tuttaquella fatica che devono avere nutrito la sua vita.Poi oggi mi arriva un link.Perché Sara è una fotografa e uno deisuoi lavori è fatto proprio sule sue sorelle più piccole. Si chiama “Quando i fauni escono dalbosco” ed è una riflessione per immagini sulle identità esclusivema anche condivise di quattro sorelle. È un viaggio poetico dentrouna magia. È un dono prezioso per chi, come me,si interroga sugli altri, per chi, come me, si perde a sognare storiepartendo anche solo da un indizio, da una mano piegata, daun'esplosione di capelli, da una sfocatura di rimmel.
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