Dimmi che blog hai e ti dirò chi sei

Da Martatraverso
Chi è il blogger? Esiste una definizione di questa parola, al di là del banale colui o colei che ha un blog?
Ogni tanto mi fermo a riflettere sulla mia identità di blogger. Su chi sono, cosa voglio esprimere nella mia scrittura, cosa voglio ricavare da questo blog, se quello che faccio qui si può paragonare agli altri blog su cui scrivo per lavoro.
Le interviste ai blogger che ho realizzato finora mi hanno aperto un mondo fatto di molte persone diverse, e ciascuna di loro ha un modo tutto suo di concepire il blog. Non credo esista un modo giusto o uno sbagliato... sono semplicemente diversi.
Ho notato che molte persone concepiscono il blog nel suo senso letterale, come un diario. Con la differenza che non c'è nessun lucchetto a chiuderne i segreti: il diario è aperto a tutti, e nel tempo si crea una nicchia di persone con cui condividerlo. Sono blog che non sono niente senza almeno dieci commenti a post, perché la loro chiave sta nello scambio che si crea rispetto alle cose di tutti i giorni.
Diversa è la scelta di chi usa il blog come uno specchietto da borsetta. Si tiene lì per tirarlo fuori solo all'occorrenza. Ma si tratta di un'occorrenza speciale. Cinque post in un giorno oppure silenzio per una settimana. E soprattutto, nessuna cura alle statistiche o a quanti commenti si sono ricevuti. Tutto quello che conta è scrivere, lasciare una traccia, a prescindere da chi la leggerà. La vita vera è altrove.
Una terza categoria è quella che (devo confessarlo) mi piace meno. Quella dei cosiddetti minestroni: blog che trattano argomenti diversi ogni giorno, magari presi dalla classifica di Google News. Chiedo scusa se lo dico, ma secondo me questo è l'anti blog: un contenitore senza fil rouge, in cui la personalità dell'autore non si riesce a identificare, sottomessa a una sorta di surrogato dell'Ansa (cinque doppiavu senz'anima) allo scopo di macinare visite.
Infine i blogger professionisti, o quelli che almeno ci provano. Scelgono un argomento che li appassiona (e si vede), in cui sono estremamente competenti (e si vede), e ci si buttano a pesce. Magari all'interno di una redazione collaudata, come Blogosfere (c'est anche moi), Blogo, Isay Blog e quant'altre, allo scopo di trasformarlo in un lavoro a tempo pieno o un mezzo per arrotondare lo stipendio.
Ecco, penso che noi blogger siamo tutti diversi. E forse per questo è un po' difficile definirci. L'importante è che ognuno di noi trovi la sua categoria, e non la abbandoni.

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