Ho ricevuto una mail “strana”, oggi. Un autore esordiente mi chiedeva di parlare del suo libro, «un omaggio alla narrativa “vera”». Il titolo? Odio i libri di Fabio Volo. Sono sempre lusingata quando gli scrittori si rivolgono a me, sperando che il blog sia un canale di promozione che li possa far conoscere un po’. E come tante altre volte, anche oggi ho deciso di accettare questa richiesta, ma a modo mio. (Spero l’autore non se ne abbia a male: la mia non è una critica nei suoi confronti, solo una riflessione che sentivo fosse giusto fare).
Odiare è una parola bruttissima, associata ai libri poi stona proprio. Partendo dal presupposto che ritengo che “sfruttare” il nome di Fabio Volo nel titolo sia una bella pensata in quanto a marketing, da lì a scrivere un libro per criticarne la scrittura mi sembra un po’ eccessivo.
Nella sua breve presentazione l’autore mi ha fatto capire che quello che scrive Volo non è neanche minimamente paragonabile alla letteratura dei grandi (che poi, chi sono per Lei i grandi?). Da un lato posso essere d’accordo, ma credo lo sarà anche lo stesso Fabio Bonetti. E penso mai si sia voluto paragonare a personaggi del calibro di Tolstoj, Hemingway o Calvino. Ma questa cosa di denigrare la scrittura degli altri, facendone addirittura un libro, mi irrita un po’.
Non ti piace Fabio Volo? Non leggerlo. Puoi pure farne un libro, se ti va. In Italia c’è libertà di parola e di pensiero, e con gli e-book è ancora più facile pubblicare qualcosa di nostro. Trovandomi però a casa mia, qui sul blog, mi sento di esprimere un parere a riguardo. Che sia Volo, Moccia, Violetta o qualsiasi altro autore, più o meno famoso, credo che se con le sue parole, con un libro o anche solo con un capitolo riesce a farti emozionare, o a darti una distrazione dai problemi della vita, regalandoti alcuni minuti di felicità, relax, spensieratezza, ben vengano tutti questi libri. E anche di più. Avvicinare una persona alla lettura è una cosa magica; poter vedere individui che tengono tra le mani volumi di carta o e-reader e sono totalmente immersi in quello che stanno leggendo mi affascina sempre. Chissà cosa staranno pensando nella loro mente, mentre scorrono quell’ammasso di caratteri. Chissà cosa rimarrà loro dopo quella lettura.
La discriminazione tra “lettori veri”, quelli che leggono solo letteratura, classici con super paroloni e grandi autori famosi, e tutto il resto del mondo è una cosa davvero svilente. “Se leggi Dostoevskij sei un figo, se ti piacciono gli chick lit sei una sfigata. Se sul comodino hai Madame Bovary vuol dire che sai come si vive, se invece ti sei trovato tra le mani un libro di Volo sei un bimbominkia”. Di frasi come queste ne ho lette molte, sul web. E mi fanno sempre una gran tristezza.
I gusti non sono giudicabili, proprio in quanto soggettivi. Io ho letto un paio di libri di Fabio Volo e mi sono piaciuti. Li ho letti in periodi della mia vita in cui avevo bisogno di qualcosa di leggero, di una storia d’amore, di un momento di semplicità. Ho letto anche Anna Karenina, e mi è piaciuto pure quello. Di più e in maniera diversa. Così come ho letto La noia e Gli indifferenti di Moravia, e proprio non li ho digeriti, pur essendo definiti veri capolavori della letteratura.
Per questioni di tempo, spesso non leggo i libri degli esordienti, ma mi piace poterveli segnalare, perché magari c’è qualcosa che vale davvero la pena leggere. Sarebbe interessante capire qual è il pensiero di questo autore e qual è per lui la “vera” letteratura, ma ipotizzando di trovarmi a girovagare in una libreria il suo titolo non mi colpirebbe affatto, quindi passo oltre e vado allo scaffale successivo. Mi sento però di farvelo presente, nel caso voi invece foste disposti ad approfondire.
Mi piacerebbe leggere ora i vostri commenti a riguardo. So che sto rischiando di dare il la a discussioni infinite, ma credo che il dialogo (sano, rispettoso, in italiano corretto e senza insulti) sia un bel modo per conoscerci un po’.