Il gioco-sfida gira da settimane sul canale telematico. La ‘povna è rimasta fuori – per caso, scelta altrui, non saprà mai – dai vari richiami all’ordine (anche se si è divertita a prendere parte ai dibattiti che le liste hanno di volta in volta scatenato). Oggi, allora, approfitta del venerdì del libro, e anche di un invito della sua amica Noise (che propone i suoi best books ever) e, sulla scia anche dei suggerimenti di Annika (qualche giorno fa), e pure di un post tutto sommato analogo, #nonditeloaigrandi, pubblica (barando un po’ sulla quantità, ma pazienza) la sua propria e motivata lista (che gabella anche come occasione di finta recensione e di suggerimenti di lettura).
1) Mario Lodi, Cipì e Topolino (inteso come le storie Disney, preferibilmente di paperi e Carl Barks, peraltro) – intorno ai 6 anni, l’introduzione alla lettura come mondo dell’evasione individuale (e silenziosa);
2) Lucy Maud Monrgomery, Anna dai capelli rossi (tutta la serie) – intorno agli 8 anni, scoprire per la prima volta (e poi per sempre) il make-believe e l’identificazione in un alter-ego di eroina;
3) Robert Louis Stevenson, L’isola del tesoro – stessa età grosso modo, terza o quarta elementare, giardini e isole, come insegnava lui, mirabilmente: dalla lettura al gioco passando per le passioni condivise;
4) Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio – 13 anni e 3/4, il primo libro sul quale la ‘povna ha fatto l’alba, in un lettino di mansarda, ad Ashburnham, e la luce che arriva da sotto il battiscopa;
5) J. R.R. Tolkien, Il signore degli anelli – dai 6 ai 16, tanto tempo è passato dalla prima conoscenza della storia, integralmente, alla lettura individuale diretta: la prima esperienza, personalissima, di che cosa significhi epica orale veramente, perché alla ‘povna questa storia l’han raccontata (separati) mamma ‘povna e Mr. Mifflin, e lei conosce Frodo, e Bilbo, e Gandalf (ne è la prova il suo orsacchiotto) da molto, molto prima di quando li ha incontrati, sulla carta, come agnizione di lettura;
6) Tutti i gialli di Agatha Christie – tra i 14 e i 19 anni, perché con loro la ‘povna esplorò per la prima volta le potenzialità delle parole “opera omnia” e anche il significato, specialissimo, di accoppiare un libro a un treno;
7) Thomas Mann, I Buddenbrook – 19 e 1/2, scoprire in un libro la storia della propria famiglia, niente di meno, e tutto qui;
8) J. D. Salinger, Il giovane Holden (ma forse ancora di più Franny e Zooey) – 20 anni, e la famiglia Glass, e la signora grassa, e i sogni, e le conversazioni critiche sotto le stelle, con E.T.;
9) Fenoglio, tutto quanto – 23 anni, e capire che una scelta di vita può virare, e bruscamente, per colpa dell’incontro con un autore o con un libro;
10) George Eliot, Il mulino sulla Floss e Jonathan Coe, La casa del sonno – 25 anni, e rinunciare a una festa per restare attaccati alla rivelazione della trama, pagina voltata dopo pagina, mentre fuori fa buio;
11) J. K. Rowling, Harry Potter – dai 31 ai 35, banalmente, perché sì.
Ne restano fuori, lo stesso, tanti: tutto Calvino, La regina delle nevi di Andersen, La storia infinita, Dickens e David Copperfield, gli albi di Asterix e di Linus. Ma per chi, come lei, dei libri ha fatto dannazione eterna, il gioco va fermato di principio, o non esiste. C’è sempre la possibilità, comunque, di integrarlo, attraverso le liste, volontarie, di chi passerà di qui.