La socialità on line ha generalmente una natutra effimera e transitoria, raramente si formano gruppi in cui si sviluppa "un senso di appartenenza" forte e costante. Eppure questi gruppi esistono, sono spesso forum in cui è possibile discutere esperienze personali o in cui viene fatta informazione. Il senso di "gruppalità" si sviluppa quando un insieme di due o più persone che interagiscono, si influenzano a vicenda e ciò avviene anche all'interno dei gruppi virtuali, tuttavia in questi gruppi il senso di "gruppalità" può emergere soltanto attraverso le dinamiche della comunicazione on line.
Le scienze sociali utilizzano due termini "interazione" e "influsso", per comprendere come si manifesta la natura dei gruppi virtuali. Sappiamo già quanto "l'interazione" con altre persone influenzi il nostro comportamento, anche quando si tratta della semplice presenza di sconosciuti che non vedremo mai più e in particolare quanto sia profonda la nostra tendenza al conformismo. Lo psicologo sociale Solomon Ash, nei suoi studi, ormai classici, sul conformismo, ha mostrato come sotto "l'influsso" del gruppo una persona possa mettere in discussione persino le informazioni ricevute dai propri canali sensoriali. Nei gruppi virtuali esistono alcune variabili che riducono la tendenza al conformismo: l'assenza della presenza fisica e la possibilità di mantenere l'anonimato, inoltre non si dispone di tutti quegli elementi che permettono di riconoscere l'altro come simile a sè. Generalmente nella reale, quando ci troviamo in una situazione nuova, osserviamo ciò che fanno gli altri per cercare indizi che orientino il nostro compoartamento, ciò non è possibile allo stesso modo in internet, ecco perchè si sono sviluppate nuove regole e strategie che permettano l'adeguamento e il conformismo: dalle guide che danno consigli di netiquette, allo stile di scrittura, all'utilizzo di modetratori.
Oggi i gruppi di lavoro virtuali, sono sempre più diffusi, le aziende sempre più spesso si avvalgono di collaboratori sparsi in tutto il mondo (gruppi di lavoro asincroni), per cui la valutazione dell'efficacia dei gruppi di lavoro virtuali è diventata una questione importante. Alcuni studi (M. Spear, L. Russell, S.Lee) sulla "polarizzazione", ovvero sulla tendenza al conformismo, hanno mostrato come le voci moderate e le minoranze abbiano un'influenza molto debole nei gruppi virtuali, per cui è frequente essere riluttanti nel contraddire il consenso emergente, anche se generalmente in un ambiente virtuale ci si sente più liberi di esprimere il proprio dissenso, questo risulta del tutto inefficace nel modificare l'opinione della maggioranza, ne segue una comunicazione viziata da preconcetti che non permettono una visione completa della situazione. Il brainstorming, promosso negli anni '50 dal pubblicitario Alex Osborn, che si è dimostrato presto inefficace nel favorire la produzione di idee origlinali nei gruppi di lavoro vis-à-vis, perchè in un gruppo di persone che parlano a turno, se una persona sta ascoltando non ha il tempo di sviluppare idee originali proprie, si è dimostrato invece efficace nei gruppi di alvoro virtuali, perchè chiunque e in qualunque momento può comunicare agli altri le proprie idee e contemporaneamente leggere quelle degli altri. Un'altra questione imporatnte per i gruppi che lavorano on line ad un progetto comune è il senso di fiducia reciproca. I gruppi virtuali di successo sono quelli capaci di raggiungere e mantenere un veloce senso di fiducia come se la fiducia esistesse già, all'intermo dei quali i compiti direttivi sono divisi tra i membri, che sono tutti molto attivi nel comunicare tra loro e nell'offrirsi volontari per incarichi specifici.
Come si sviluppa il conflitto nei gruppi virtuali? Si entra nel mondo virtuale con il bagaglio psicologico di una vita e di conseguenza con atteggiamenti e disposizioni personali nei confronti del senso di appartenenza ad un gruppo, nei confronti di chi dissente o si mette in competizione. Come si sa internet è per sua natura un ambiente frustrante; a causa dei tempi di latenza nelle comunicazioni mediate da mail o nei forum, o per la mole di informazioni tra cui discriminare quando si fa una ricerca. La frustrazione abbassa la soglia di reazione aggressiva, tuttavia l'elemento chiave consiste nella presenza di qualche elemento che evochi una "disposizione negativa", ovvvero che ci fa propendere per un'interpretazione bnegativa delle circostanze, quindi in grado di farci reagire con aggressività e ciò avviene in particolare quando sono coinvolti punti sensibili che riguardano il carattere o la professionalità di una persona. inoltre on line non possiamo sentire la voce dei nostri interlocutori, leggiamo solo le parole perciò non è facile distinguere tra un messaggio ironico e uno sarcastico e spesso si incorre in grossolani errori di giudizio interpretando un messaggio come una provocazione al di la delle intenzioni del mittente. Internet permette una grande disinibizione comportamentale a causa della distanza fisica degli interlocutori e della mancanza di conseguenze dirette, perciò molti sentendosi sicuri si spingono molto oltre rispetto a quello che farebbero in situazioni analoghe nella vita reale. Gli scontri verbali in gruppi che sono stati a lungo tranquilli possono essere estremamante distruttivi e scoraggianti. Pochi riescono a cogliere eutilizzare il lato positivo della situazione. Il tasto "invio" può essere un nemico quando qualcosa o qualcuno ci irrita su internet; la reazione più immediata è quella di scrivere una risposta di impulso e inviarla prima che la pressione tornia ai livelli di normalità e ci permetta di essere più diplomatici., tutto ciò ha conseguenze ovvie.
Su Internet la ricvalità e il conflitto si manifestano in molti modi ma così come avviene nei gruppi reali, quando un gruppo si sente minacciatio dall'intrusione di estranei i suoi membri si uniscono più saldamente, così come davanti ad un obiettivo sovradeterminato che richiede la collaborazione di tutti le tensioni interpersonali diminuiscono. Molti studi di psicologia affermano che anche se l'aggressività ha una componente innata funzionale alla sopravvivenza, darle libero sfogo non ha effetti catartici , anzi agire un comportamento aggressivo sembra aumentare l'aggessività invece di ridurla.
Alcune strategie sono molto utili per gestire il conflitto:
La ricompensa è uno degli strumenti più potenti che abbiamo per modellare il comportamento. La principale fonte di ricompensa nel cyberspazio è l'attenzione: la gratificazione che si ottiene nell'attirare l'attenzione di qualcuno è talmente potente che anche i commenti negativi e gli scontri possono agire da rinforzo positivo. Qualsiasi risposta è migliore di nessuna risposta; ecco perchè è importante per il buon funzionamento di un gruppo rispondere anche con un semplice "sono daccordo". Quando non siete daccordo con qualcuno o volete discutere un argomento è preferibile utilizzare il metodo "lode-critica-lode", che mostra rispetto per il punto di vista dell'altro pur facendo valere il proprio. Inoltre per circoscrivere e quindi "spegnere" gli attacchi di chi vuole solo disturbare, la strategia vincente è quella di ignorare questa persona, non concedendole l'attenzione che cerca.
Miriam Vetrano