Curiosity sol 519 MastCam Left "the way" - Dingo Gap
"Courtesy NASA/JPL-Caltech" processing 2di7 & titanio44
Appena è apparso tra le immagini della MastCam di Curiosity del sol 519, lo avevamo soprannominato "the way" ("la strada") sul nostro album di Flickr: sembra una sorta di apertura, un'invito nel complicato paesaggio che circonda Curiosity diretto al centro del cratere Gale.
E' una duna di circa un 1 metro di altezza che attraversa due scarpate a sudovest e potrebbe diventare parte del percorso di Curiosity verso il Monte Sharp, un terreno più liscio e semplice.
Il team di missione lo ha chiamato "Dingo Gap".
Curiosity sol 522 NavCam anaglyph - Dingo Gap
"Courtesy NASA/JPL-Caltech" processing 2di7 & titanio44
Tale soluzione alternativa è stata presa in esame dagli scienziati per limitare i danni, già abbastanza significativi, alle ruote del rover ed evitare un terreno tagliente.
Quella che segue è un mosaico delle ruote del sol 527 che abbiamo appena pubblicato, dove, sulla destra, si nota uno squarcio in primo piano.
Curiosity sol 527 MAHLI - wheels mosaic
"Courtesy NASA/JPL-Caltech" processing 2di7 & titanio44
I primi fori sulle ruote erano apparsi nel mese di ottobre 2013 e da allora, si sono formati altri buchi e strappi.
Fin da subito, la NASA ha assicurato che questi danni non avrebbero compromesso la mobilità del rover perché già contemplati in fase di progettazione e test a Terra (approfondimento: "QUEI FORI SULLE RUOTE DI CURIOSITY...").
Tuttavia, da oltre un mese, il team tiene costantemente sotto controllo lo stato del rivestimento di alluminio delle ruote scattando immagini con il Mars Hand Lens Imager (MAHLI) quasi quotidianamente.
Sembra, in effetti, che il suolo del cratere Gale si sia dimostrato un po' più ruvido del previsto, anticipando qualche segno di usura di troppo.
D'altra parte Curiosity, le cui tracce sono state recentemente riprese dall'orbita della sonda della NASA Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), ad oggi, ha percorso solo poco più di 4,89 chilometri dal giorno dell'atterraggio, in agosto 2012.
Credit: NASA/JPL-Caltech/Univ. of Arizona
Nella mappa creata dalla NASA, sfruttando le riprese della fotocamera High Resolution Imaging Science Experiment (HiRISE) a bordo della sonda MRO, il cratere Gale è stato suddiviso in 140 quadrati ciascuno di 1,5 chilometri di larghezza: Curiosity è atterrato nel quadrate "Yellowknife" e questo mese è entrato in "Kimberley".
Ma la strada da fare è ancora molta.
Così, mentre a terra gli ingegneri stanno valutando alcune soluzioni per ridurre l'usura delle ruote, altri accorgimenti come cercare la strada più semplice e ridurre la velocità, sembrano per ora l'idea migliore.
Dingo Gap potrebbe essere un valido percorso alternativo, attualmente al vaglio del team, per rispondere all'accumulo di strappi e forature, che ha accelerato dal quarto trimestre del 2013.
"La decisione non è ancora stata presa ma è prudente andare a controllare", ha detto Jim Erickson del Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, California, responsabile di progetto Curiosity.
"Daremo una sbirciatina sopra la duna nella valle immediatamente ad ovest per vedere se il terreno sembra buono così come sembra dalle analisi delle immagini orbitali".
Giustamente, memore delle esperienze con i Mars Exploration Rover, il povero Spirit impantanato ad Home Plate, o Opportunity che impiegò diverse settimane per uscire da "Purgatory Dune" scavando tracce di 10 centimetri, la squadra vuole valutare e assaggiare la duna di sabbia Dingo Gap prima di qualsiasi avventura.
Tra l'altro, c'è anche la profondità a creare una certa preoccupazione: le comunicazioni con la Terra attraverso l'antenna ad alto guadagno potrebbero risentirne.
Credit: NASA/JPL-Caltech/MSSS
L'obiettivo è, comunque, guidare Curiosity fino al sito indicato nella mappa con la sigla "KMS-9", dove è stato designato un nuovo target di perforazione, il terzo dopo John Klein e Cumberland.
Questo sito si trova a circa 800 metri in linea retta dalla posizione attuale ma per raggiungerlo la strada sarà più lunga. Dalle foto orbitali sembra che lì ci siano tre diversi tipi di terreno esposti e relativamente poca polvere.
"Questa zona è interessante perché possiamo vedere unità di terreno diverse da tutte quelle visitate da Curiosity finora", sottolinea Katie Stack del California Institute of Technology di Pasadena. "Un'unità ha striature tutte orientate in una direzione. L'altra è liscia, senza striature. Non sappiamo ancora che cosa sono. La grande attrazione dell'esplorazione è vedere cose nuove".
Ma la vera sfida avverrà più avanti quando Curiosity si troverà ad usare il trapano sui pendii inclinati alle pendici del monte Sharp. Così, il team sta già effettuando una serie di prove al JPL per verificare la capacità del rover nel tollerare piccoli slittamenti.
Altri test stanno, invece, valutando le possibili tecniche di guida alternative, che potrebbero contribuire a ridurre il tasso di forature delle ruote, come guidare all'indietro o con quattro ruote motrici, anziché sei.
Gli ingegneri, infatti, ritengono che alcuni danni possano esser causati dalla forza delle ruote posteriori che vanno a caricare ulteriormente, oltre al peso del rover, spingendo, le ruote anteriori e centrali (effettivamente, le più danneggiate).
Richard Rainen, capo ingnere meccanico di Curiosity, spiega: "è simile a quando cercate di far passare la vostra valigia con le ruote sopra un ostacolo, si può avvertire la differenza tra il spingerlo oltre un cordolo o tirarlo sopra un marciapiede".
Di certo, ora Curiosity si sta godendo di un bel panorama: eccolo, Dingo Gap, al centro dell'ultimo mosaico che abbiamo realizzato con le recenti immagini della MastCam left del sol 526.
Il consiglio è quello di visualizzarlo a dimensione intera, 5.653 x 1.411 pixel!
Curiosity sol 526 MastCam left - Dingo Gap
"Courtesy NASA/JPL-Caltech" processing 2di7 & titanio44