La trasmissione su Canale 5 del film 'La Grande Bellezza', due giorni dopo la Notte degli Oscar, è un «duro colpo» per la sale cinematografice. «Le sale cinematografiche, in particolare i cinema d'essai, sono cruciali per il successo del cinema italiano e d'autore, la cui valorizzazione dipende anche da programmazioni di ampio respiro», afferma Domenico Dinoia, presidente della Federazione Italiana dei Cinema d'Essai (FICE), a proposito della polemica per la trasmissione televisiva del film di Sorrentino a 10 mesi dall'uscita nelle sale cinematografiche e due giorni dopo la cerimonia degli Oscar, che lo vede candidato come miglior film straniero.
«Gli esercenti - continua Dinoia - sono spesso accusati di smontare prematuramente i film, anche quando incassano; è invece sempre più diffuso il fenomeno di lunghe programmazioni, sostenute dagli esercenti e alimentate dal passaparola del pubblico: esempi recenti e ancora sugli schermi sono 'La mafia uccide solo d'estatè di Pif, 'Il capitale umano' di Paolo Virzì e 'Philomena' di Stephen Frears, film che hanno fatto breccia e hanno avuto il tempo di farsi conoscere. Così come il bellissimo film di Sorrentino, intelligentemente distribuito in concomitanza col festival di Cannes sfruttando la programmazione meno affollata dei mesi estivi».
In questi giorni, con i premi gia' vinti e la candidatura all'Oscar, la programmazione de 'La grande bellezza' è ripresa «con buoni risultati» in tante citta' di provincia e «il forte auspicio - aggiunge il presidente della Fice - di un ulteriore rilancio dopo la serata di premiazione, anche grazie alla tecnologia digitale che rende più flessibili e articolate le scelte di programmazione».
«La trasmissione televisiva su Canale 5 - sottolinea ancora Dinoia - assestera' un duro colpo alla valorizzazione ulteriore dell'opera: senza entrare nel merito delle scelte di palinsesto, non si puo' non sottolineare che tutti i film, in particolare quando diretti da un maestro come Sorrentino, si apprezzano appieno sul grande schermo piuttosto che su schermi piccoli e infarciti di pubblicita'. Lo affermava Federico Fellini trent'anni fa ed è ancora più vero oggi che le possibilita' di visione sono sempre più ricche e variegate».