Meno di zero di Bret Easton Ellis è un capolavoro. Ci sono persone che lo trovano noioso. Sono persone noiose.
Ci sono persone che lo trovano scontato. Sono persone scontate.
Non c’è nulla di scontato o noioso qui. Certo, se vuoi la classica storiella con inizio – centro – fine ben delineati, non è il libro giusto per te.
Secondo me Meno di Zero è un capolavoro per quattro motivi.
1) I dettagli. Come diceva Ludwig Mies van der Rohe, Dio è nei dettagli. Bret Easton Ellis è un maestro a cogliere quei perticolari, quelle minuzie che rendono viva, più vera del vero l’immagine. Non ci potevo credere quando mi imbattevo in alcuni di questi squarci di verità. Mi ritrovavo a dire “cazzo, è proprio così che succede!,” “fanno proprio così quelle persone!” Oppure a riconoscere un movimento, un’ espressione, una sbavatura di rossetto sui denti. La realtà per quella che è, brutale ed emozionante.
2) Molti riferimenti alla musica e al mondo giovanile dei tempi, i primi anni ’80 (ma questo va a gusti, per altri potrebbe essere un difetto).
3) Lo stile. Freddo, senza alcuna emozione. Di una potenza straniante. E tra l’altro, proprio in linea con la musica imperante del periodo. New wave, synth pop: musica squadrata, geometrica, melodie che sembrano create ad uso e consumo delle macchine, cantate da cyborg desensibilizzati dagli psicofarmaci. Ma come diceva il grande critico musicale Simon Reynold nel freddo c’è il calore. Il ghiaccio brucia la pelle no? Ci avete fatto caso? I libri che sbrodolano sentimenti spesso non producono in noi nessuna emozione se non nausea e fastidio. I libri secchi, che con una riga descrivono una scena, un incontro, una scoperta, sono terribilmente evocativi. Ho sempre trovato più emotivi ed emozionanti i Depeche Mode con le loro metronomiche cadenze robotiche di una piangente Celine Dion.
4) La trama non è lineare ma frammentaria. La vicenda prosegue per cumuli, hai l’impressione di non capire cosa stia succedendo, poi finalmente un nuovo pezzo del puzzle si incastra e tutto è di nuovo chiaro… (ma fino a quando?) Sembra un collage, è sconnessa come la mente dei suoi protagonisti e tra una scena e l’altra, il cervello dei lettori lavora per cercare di collegarle e mettere ordine. Ellis non ci accompagna passo per passo, sai che noia altrimenti? Sarebbe come andare in vacanza con i genitori … Qui il lettore ci deve mettere del suo per ricostruire la storia e la personalità dei personaggi. Questa è interattività, altro che ebook aumentati, con suonini e finali multipli…
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