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Il teologo inglese John Hick percorre un viaggio spirituale tra le varie religioni alla ricerca di un punto di incontro per la pacifica convivenza dei popoli.
Oggi, nelle periferie delle metropoli d’Occidente, cristiani, musulmani ed ebrei, ma anche buddhisti, indù e sikh abitano fianco a fianco e percorrono le stesse strade. Culture e sensibilità religiose che per secoli hanno saputo poco o nulla le une delle altre, immaginandole in maniera distorta e ostile, si trovano d’improvviso a dover convivere.
Secondo John Hick, teologo e libero pensatore, si può fare molto di più che semplicemente tollerare il diverso. Lontano dalla new age e profetico nelle sue intuizioni, Hick è il primo a sostenere, in questo libro che attirò l’anatema del cardinale Ratzinger, che tutte le religioni potrebbero venerare la stessa divinità, rivelatasi a ciascun ramo dell’albero umano in modo diverso, usando linguaggi diversi in base alle caratteristiche dei differenti popoli.
È possibile, in altre parole, che Dio si sia presentato molte volte, e con nomi diversi. Ma perché si instauri un vero dialogo, aperto e sincero, ogni religione deve rompere la crosta di dogmi che si è ispessita sopra il contatto col divino che aveva in origine.
Deve chiedersi, in altre parole, quali sono le verità che considera fondamentali e quali sono solo sovrastruttura e possono essere messe in discussione. A partire, per i cristiani, dalla questione della natura umana o divina di Gesù.
John Hick (1922 – 2012), filosofo e storico inglese, si convertì all’Evangelismo dedicandosi agli studi teologici e filosofici. Ha avuto una ricchissima carriera accademica, ha insegnato a Oxford, Cambridge, Princeton e Cornell. Fautore del pluralismo religioso e ammiratore della filosofia kantiana, ha scritto più di venti libri tradotti in moltissimi paesi.