Magazine Spiritualità
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? È il grido di Gesù sulla croce, tratto da un salmo. Un grido che sembra esprimere i dubbi profondi della fede dai quali, ogni cuore umano è scosso, prima o poi. Tuttavia è pure una preghiera, non si parla con chi si crede non esistere. Il grido di ogni uomo nel momento supremo della sofferenza, della croce, il momento in cui si sperimenta l'unione e la separazione da Dio nello stesso tempo. Quanti progetti, quante aspirazioni... ciò che poi rimane essenziale è quanto si ha amato: del resto non rimarrà altro se non polvere al vento... Misera polvere destinata ad essere trasportata dal vento, così come sarà il nostro corpo. Mi sento di dire davvero: beati quei santi che si sono fatti tali vivendo poco tempo sulla terra. Ad esempio Chiara Badano: in cuore il desiderio di diventare medico...desiderio mai avverato....; la scuola? Bella, piacevole... ma qualche fallimento? Ha fatto grandi cose? Bhe, agli occhi di noi uomini, anche cattolici, non ha fatto apostolato vero e proprio come lo intendiamo noi; pur essendo intelligente e bella, non ha mai raggiunto quei traguardi umani che soddisfano. Non ha avuto nemmeno più di tanto il tempo di dedicarsi al volontariato come è d'uso oggi. Ha solo vissuto la sua vita intensamente, accettando in modo sofferto, ciò che il buon Dio le chiedeva. Ha saputo poi offrire tutto di sé... No, i veri santi fanno opere straordinarie all'ombra della croce, ombra che talvolta nasconde i propri sentimenti più profondi e talvolta prendendo la forma di croce, prendono la fisionomia del fallimento... umano...