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“Dio su una Harley”, libro di Joan Brady – recensione di Rosetta Savelli

Creato il 22 agosto 2013 da Alessiamocci

La giornata di domenica 16 giugno 2013 in occasione del raduno di ben 850 Harley Davidson, provenienti da ogni angolo del mondo, per una speciale benedizione delle motociclette in Piazza San Pietro, nella Città del Vaticano mi ha riportato alla mente la lettura di un bel libro.

“Dio su una Harley”, libro di Joan Brady – recensione di Rosetta SavelliIl Santo Papa in quella domenica particolare ha impartito la benedizione ai bikers e la casa Harley Davidson gli ha donato il tipico giubbotto che ben rappresenta e contraddistingue i bikers H.D.
A tale proposito, il libro piacevole e gustoso da leggere e che mi è ritornato in mente è intitolato “Dio su una Harley” ed è stato scritto da Joan Brady.

Pubblicato nella sua prima edizione in New York nel 1995, poi successivamente tradotto in lungua italiana da Alessandra De Vizzi e giunto ad oltre la VIII° edizione nei “ Tascabili Sonzogno- Best Seller” nel 2001.

Inoltre il libro dichiara di non possedere alcuna autorizzazione da parte della Harley Davidson e né di essere a lei collegato, tuttavia il libro è un inno alla Harley Davidson, al suo mito e al suo stile di vita. Attraverso 143 pagine snelle e piacevoli, la storia del romanzo scorre via con molta facilità, anche se questa facilità non deve ingannare sulla validità e sulla efficacia della narratività.

La storia è un’opera di fantasia, ma potrebbe ugualmente essere un’opera di realtà.
Sorprende però il particolare che la protagonista principale del breve romanzo utilizzi la religione cristiana e la figura vincente di Cristo per tracciare e narrare il suo percorso di apertura verso una consapevolezza di vita e una gratificazione del sé, in un continente come gli Stati Uniti d’America.

È un’altra storia questa, rispetto al muical Jesus Christ Superstar, il colossal in opera musicale, noto al mondo intero. Questa narrata da Joan Brady è una storia che intende essere più ordinaria, semplice e normale ed è proprio qui che si trova la forza narrativa del romanzo.

“Dio su una Harley”, libro di Joan Brady – recensione di Rosetta SavelliChristine è un’infermiera americana delusa dalla vita e dall’amore e le sembra che la sua vita le si stia sgretolando fra le dita. L’uomo che sette anni prima l’aveva amata per infine lasciarla, ritorna nella sua vita solo per farla sprofondare ulteriormente in fondo al baratro della propria esistenza.

Ma è in questo punto esatto che inizia la strada verso un cammino di luce e di libertà e questo cammino inizia in sella ad una Harley Davidson, con l’incontro inaspettato e sorprendente di un affascinante ed intrigante biker che dice di chiamarsi Dio!

Personalmente ritengo possibile il fatto che tutti noi, vorremmo che Cristo ritornasse sulla terra per noi, almeno un’altra volta ancora e Christine/ Joan rende reale questa possibilità, attraverso le righe e le pagine del suo romanzo. Naturalmente Christine non crede subito alla identità dell’affascinante, quanto misterisoso biker e anzi ne dubita parecchio. E sarà il dubbio costante a tenerla per mano ed a condurla infine lungo la strada della coscienza e della consapevolezza.

Il misterioso e intragante biker che dice di chiamarsi Dio, conosce proprio tutto della vita di Christine fin nei minimi particolari, inoltre appare e scompare in continuazione nei momenti svariati della vita di Christine ed infine compie gesti ed azioni che sarebbero impossibili da compiere per qualunque essere umano.

Inizia così un divertente e profondo dialogo fra Christine e l’eccezionale biker che la condurrà verso una nuova apertura spirituale che la farà stare bene e che la concilierà con la propria vita e con un nuovo amore.

Joan Brady conclude così la sua piacevole ed originale avventura:
La vita era diventata una vera e propria avventura. Molte cose erano cambiate, ma soprattutto ero cambiata io, e in questo modo avevo dato l’avvio alla trasformazione di cui avevo bisogno. Non riuscivo a pensare a un modo migliore di iniziare la mia nuova vita che in sella a una Harley, in compagnia di un uomo che metteva a nudo la sua anima suonando il sassofono.
Ci fermammo a un semaforo, e Jim si fermò a guardarmi con un sorriso. Gli sorrisi di rimando, e sfiorai la catena d’argento che aveva al collo. Presi la medaglia che gli cadeva sul petto e la girai per guardarla alla luce rossa del semaforo. Non riuscivo a distinguere l’immagine che vi era ritratta, e così mi avvicinai per guardarla meglio. Era Gesù di Nazareth.
E mi strizzò l’occhio”.

Written by Rosetta Savelli


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