Dipendenti fast-food, è rivolta in tutto il mondo
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Oggi è stata la giornata delle rivolte mondiali da parte dei lavoratori dei fast-food. Le rivendicazioni puntano a migliori condizioni salariali e a maggiori diritti. Coinvolti dunque i dipendenti delle più grosse e note catene: da McDonald’s a Burger King, passando per Kfc.
Presidi e cortei hanno avuto luogo in tutto il mondo, secondo modalità differenti. Nelle Filippine, in Corea del Sud, in Marocco e in Malawi i dipendenti hanno protestato con dei flash mob, in Nuova Zelanda si sono tenuti dei dibattiti di fronte al quartier generale di McDonald’s. Volantini distribuiti per Argentina e Brasile, mentre in campo europeo è toccato anche al Belpaese. Mobilitazioni e scioperi a Venezia, Milano, Roma e sulla riviera romagnola. Negli Stati Uniti, invece, i lavoratori chiedono l’aumento del salario orario minimo (da 7,25 a 15 dollari) e il diritto di organizzarsi sindacalmente senza eventuali ritorsioni.
La giornata di oggi altro non è che la conseguenza di un circuito di proteste che ha avuto inizio ben due anni fa, quando 200 dipendenti di fast-food scioperarono.
Ma McDonald’s, con una nota diffusa in merito, sembra fare spallucce: “Le retribuzioni sono stimate sul costo della vita locale e sulla mansione svolta; inoltre, l’80% dei ristoranti è indipendente e gestito da piccoli proprietari”.
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