DIPINGERE IN POSITIVO!
Sabato mattina è un giorno importante, dopo una settimana di impegni e tante ore passate fra i banchi di scuola arriva il momento di giocare con i colori.
A volte è difficile rompere una dinamica instaurata nel profondo fatta di ascolto, silenzio, immobilità e svolgimento di compiti, senza tanti spazi ai dubbi, alle domande... alla curiosità.Ma la settimana è passata e ce la siamo cavata più o meno bene, grazie ai tanti bravi e pazienti maestri che riescono a tenere il ritmo con questo sistema che lascia molto a desiderare.
Oggi è sabato mattina, e noi “ Piccoli artisti anonimi” rompiamo il ritmo per un paio d'ore, non chiediamo di più, sogniamo, poi torniamo a regime. Beh, devo raccontare una storia che parla di un certo bambino “artista anonimo” arrivato da me sabato scorso. Di solito propongo delle presentazioni al computer e racconto fiabe o storie che talvolta parlano d'arte, ma sempre di emozioni. L'altro giorno volevo far capire ai bambini un modo diverso di concepire lo spazio interno del dipinto. Visto che tutti hanno impiegato le mani in qualche momento del loro percorso mi piaceva esplorare la fantastica scoperta dei nostri antenati che dipinsero le loro mani in positivo e in negativo, loro però lo fecero nelle caverne...( http://it.wikipedia.org/wiki/Cueva_de_las_Manos ).
Per me era la scusa giusta per cominciare a introdurre nuovi modi di sperimentare con le immagini e rompere la solita disposizione degli elementi uno accanto all'altro. La proposta era di dividere un foglio a metà e fare due disegni simili. Da una parte si doveva dipingere dentro il disegno mentre nell'altra parte del foglio si doveva dipingere fuori dal disegno.
Avranno capito?
Alcuni non tanto , semplicemente non era il momento, altri... anche troppo!
Alcuni hanno fatto diverse prove, altri hanno saltato l'esercizio seguendo il loro bisogno di dipingere senza pensieri, giusto così!!!!.
E ora arriviamo al mio “ artista anonimo” che ha passato quasi un'ora completamente assorto nel suo “compito” di svolgere l'esercizio. Lo vedevo talmente concentrato che mi avvicinavo solo per incoraggiarlo, e lui, poverino insisteva nella sua impresa.
Dopo un po' mi è venuto un dubbio, mi sono avvicinata e gli ho chiesto, ma ti diverti? Uno sguardo timido accompagnato da un deciso no, mi ha fatto cascare dalle nuvole. Non era concentrazione, lui era ancora immerso nel ritmo settimanale, pensava di doverlo fare e basta.
Scusa, “piccolo artista” non succederà più. Ho subito levato il suo foglio e gliene ho dato uno nuovo. Il prossimo giorno bisognerà proprio lavorare sodo, il mio “compito” sarà quello di farti divertire proprio tanto, e ti prometto che mi concentrerò moltissimo per riuscirci!!!!!