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Direttiva Qualifiche Professionali, il tirocinio formativo all’estero vale anche nel tuo Paese

Creato il 21 novembre 2013 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT
Direttiva Qualifiche, il tirocinio formativo all’estero vale in Patria

Il Consiglio UE l’ha approvata, dovrà essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea, dopodiché scatterà il termine (due anni) per il recepimento: stiamo parlando della Nuova Direttiva Qualifiche per il tirocinio formativo.

Che cos’è? Risponde innanzitutto alla necessità di rendere più liberi dalla burocrazia i riconoscimenti delle qualifiche acquisite in uno Stato membro per l’accesso alle professioni in un altro Paese UE. Per la prima volta le regole sul riconoscimento sono estese al tirocinio formativo: chi lo svolge in uno Stato membro che non è quello in cui ha conseguito il titolo di studio ne può chiedere il riconoscimento nel proprio Paese.

Si tratta di una bellissima novità e opportunità per i Professionisti, soprattutto quelli giovani, più liberi e più “mobili”. I laureati circoleranno più facilmente, le regole nazionali sul tirocinio formativo dovranno cambiare.

La nuova direttiva punta inoltre a ridurre anche il numero di professioni regolamentate, che sono troppe (circa 800 negli Stati UE).
Altra novità: parte il sistema delle tessere professionali, i certificati elettronici, emessi dallo Stato in cui si nasce, per rendere più facile il riconoscimento del Professionista nello Stato di destinazione. Per evitare di sottostare a misure compensative, se la professione comprende più attività nello Stato di arrivo, il Professionista può ottenere il riconoscimento nel nuovo Paese solo per una parte dell’attività per la quale è qualificato nel proprio Paese.
Per le professioni armonizzate le conoscenze saranno infine espresse in crediti. Per gli architetti inoltre potranno essere espresse in numero di anni minimi di studio all’Università: 5 o 4 anni e due di pratica professionale.

Solo la Bulgaria si è astenuta dal voto che ha approvato la direttiva in sede europea. Chissà come mai? Non è una domanda retorica: noi non lo sappiamo, voi lo sapete?


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