Sono tutti diritti sanciti dalla nostra carta costituzionale, alcuni esplicitamente dichiarati altri meno: l'acqua come bene pubblico (ovvero sottratto al profitto e al mercato) non è scritto nella Costituzione ma è stato sancito dai 26 milioni di voti del referendum del 2011.
L'acqua deve rimanere un diritto per tutti, non può essere messa su mercato con tutte le limitazioni che ne conseguono: questo diceva la volontà popolare ("la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione - art 1").Diritto all'acqua tradito dall'emendamento del governo sulla legge per l'acqua, usando poi le stesse giustificazioni dei berlusconiani nel 2011 (ma la proprietà rimane pubblica, solo il servizio è privato, vogliamo solo mettere le utility dei servizi sul mercato ..).
Diritto allo studio tradito, per i tagli alle borse di studio, i ricercatori con data di scadenza, i tagli all'istruzione (e le assunzioni dei precari fatte solo perché lo chiede l'Europa).Diritto alle cure tradito: lo ha raccontato domenica Presa diretta, parlando dei farmaci per l'epatite C, che non saranno garantiti per tutti perché non ci sono soldi.
Diritto alla casa tradito: lo raccontano le centinaia di casi di sgombero, a Milano come a Roma, dove l'edilizia popolare non esiste, dove i piani di zona (sulla casa) realizzati con soldi pubblici hanno portato alla realizzazione di appartamenti a prezzo di mercato, senza servizi.
Alcune letture interessanti:
- il caso di lady Acqua"Ci sono nomine che vogliono dire più di mille parole e raccontano ancor meglio cosa c’è dietro il voltafaccia di Pd e governo sull’acqua pubblica. Il 10 novembre, infatti, alla Direzione acqua (rete idrica, depuratori, tariffe) e salvaguardia del territorio (bonifiche) è arrivata Gaia Checcucci, ovviamente fiorentina, meno ovviamente membro del Comitato per il No ai referendum del 2011, già consigliere comunale di Alleanza nazionale, per anni segretario generale dell’Autorità di bacino del fiume Arno (nominata dall’ex ministro Prestigiacomo) e vicepresidente di Federutility, l’associazione delle imprese del settore. "- il doping sul lavoro: la notizia sul -39% degli assunti a tempo indeterminato (gennaio) e il commento di Gilioli
Oggi anche il Sole 24 ore, in un colonnino di analisi, fa presente che se il governo Renzi ha fatto molto «sulla flessibilità in uscita» (cioè i licenziamenti) troppo timido è stato invece sulla «flessibilità in entrata», cioè le assunzioni. E aggiunge che i dati sulla ripresina dell'occupazione (peraltro la più lentad'Europa) sono dovuti agli incentivi per le assunzioni (non al Jobs Act) che però sono misura provvisoria e già ridotta rispetto all'anno scorso. Insomma doping.E già qui forse ci sarebbe qualcosa da dire sulla propaganda del governo («boom impressionante», fanfaroneggia Renzi a ogni decimale) e soprattutto sulla relazione tra questi nuovi contratti e il Jobs Act, che ad esempioBankitalia esclude.Ma se ci fosse un po' di onestà intellettuale oltre la narrazione si vedrebbe che in Italia non c'è solo un problema di debolezza numerica (i decimali) e di cause efficienti effimere (il doping degli incentivi).