«Il problema è facilissimo, non ci sono mille ipotesi: domani o si assegna o non si assegna e in quel caso si rifà il bando», ha sintetizzato l'ad del Milan Adriano Galliani illustrando gli scenari. «Se si rifà il bando si può cambiare tutto, le cifre, i pacchetti, le composizioni», ha aggiunto il vicepresidente di Lega, senza rispondere a chi gli domandava dell'orientamento dei club. «Non si può dire, turbativa d'asta», ha glissato sorridendo Galliani, che nelle prime due puntate dell'assemblea ha schierato il Milan a favore dell'indicazione fornita dall'advisor Infront per massimizzare i ricavi, oltre un miliardo di euro: vendere a Sky il pacchetto B (le partite delle 8 big sul digitale terrestre) e a Mediaset quelli A (stesso contenuto sul satellite) e D (le gare fra le altre 12 squadre).
L'asta «potrebbe avere una conclusione un pò dura, non piacevole per qualcuno», ha detto sibillino il presidente del Genoa Enrico Preziosi: «Quando le parti non si mettono d'accordo, serve una posizione ferma che può anche scontentare qualcuno. Domani sarà una giornata importante, non fa bene a nessuno questa fase di stallo». Annullare il bando per i club implicherebbe probabilmente mettere in discussione l'advisor Infront.
Sul fronte dei broadcaster, Sky rimane sulla posizione espressa ieri, quando ha chiarito che prima dell'assegnazione non ci sono nè ragioni nè condizioni per accordi fra operatori. Mediaset dal canto suo ha incassato una sorta di endorsement da Ali Bin Thamer al Thani, componente della famiglia reale del Qatar, che controlla indirettamente l'emittente araba Al Jazeera, la quale da tempo sta guardando i conti di Premium per un'eventuale partnership. «Mediaset è una grossa azienda e per noi rappresenta una grande opportunità - ha detto all'ANSA, a margine della presentazione di Brand Italy a Milano -. Stiamo valutando la cosa sotto diversi aspetti e ci stiamo pensando». Al di là della raccolta informale di pareri di lunedì, in cui solo due società si sono espresse chiaramente contro l'indicazione di Infront e una si è astenuta, i dubbi legali e la paura di ricorsi rendono gli schieramenti ancora incerti. Non sarebbe convinta nemmeno la Juventus, che oggi è intervenuta in assemblea come, fra le altre, Lazio, Sampdoria e Napoli. Ogni conteggio sarà messo domani alla prova del voto, a cui parteciperanno le tre società neopromosse (Empoli, Palermo e Cesena) ma non le retrocesse (Bologna, Catania e Livorno).