Da un lato del tavolo Infront, l’advisor che già aveva l’incarico di commercializzare i diritti e che aveva presentato un’offerta per ottenerlo di nuovo fino al 2021; dall’altra una commissione ristretta (molto ristretta: la formano Andrea Agnelli e Claudio Lotito) a cui la Lega il 18 novembre scorso aveva affidato un mandato unanime per ritoccare l’offerta dell’advisor. Che prevedeva un minimo garantito di 950 milioni l’anno per i primi tre anni e di 950 a stagione per il triennio successivo per un totale di 5 miliardi e mezzo di euro. La controproposta della Lega ritoccava i minimi garantiti a 1 milione l’anno per il primo triennio e 1,150 per quello successivo. Ma, soprattutto, i club hanno voluto inserire una clausola di garanzia che evitasse il rinnovo automatico dell’accordo dopo i primi tre anni subordinandolo invece al raggiungimento di determinati obiettivi.
Ebbene, dopo un primo contatto affatto accomodante, la trattativa si è sbloccata e le parti si sono “venute incontro”. I due rappresentanti della Lega non hanno mollato sulla richiesta del rinnovo subordinato agli obiettivi, ma sono scesi un poco rispetto alle richieste economiche iniziali. Le prime indiscrezioni parlano di un plafon totale di poco superiore ai 6 miliardi di euro, con una variabile anche per le commissioni di Infront che erano fisse a 35 milioni l’anno. L’accordo sancisce, dal punto di vista politico, il successo di quella che fu subito definita la “strana coppia” Agnelli-Lotito. Ma fu lo stesso presidente Beretta a fornire la chiave di lettura più adatta: «Si tratta di due personaggi di grande rilevanza che rappresentano in maniera ampia le varie anime dell’assemblea». Che ora è chiamata a confermarlo: basteranno 15 voti su 20.
Stefano Salandinper "Tuttosport"